Presente nella sezione Grand Public della 17esima edizione della Festa del Cinema di Roma, What’s Love Got to Do with It? (trailer) è l’ultimo film di Shekhar Kapur, che torna sul grande schermo, dopo Elizabeth: The Golden Age, confezionando una commedia romantica giusta e decisa, pronta a veicolare forti temi di fondo ed appassionare gli spettatori. Le premesse sono buone: la storia vede la sua protagonista (Lily James) alle prese con la creazione del suo ultimo documentario, mentre cerca di dimostrare l’evoluzione ed il cambiamento moderno del matrimonio combinato del suo migliore amico (Shazad Latif). Tra viaggi ed incontri, la ragazza si troverà a fare i conti con la sua vita, cercando di capire se in questa ci sia spazio per il vero amore.
What’s Love Got to Do with It? utilizzando l’espediente orientale va così a scavare affondo nel vero significato dell’amore, mostrandone le varie conformazioni. Si divincola tra rapporti famigliari, relazioni amorose e lavorative e vita reale di tutti i giorni arrivando a creare il perfetto mix della rom-com classica, che mostra un’anima ed una tenerezza inconsueta. Tratta del matrimonio combinato analizzandolo nei dettagli e procedendo per la distruzione dei vari stereotipi che condizionano la visione occidentale nei confronti dello “straniero”. Il film di Shekhar Kapur crea, in questo modo, un dialogo costante tra le varie etnie, soffermandosi più sui rapporti umani, portandoli all’estremo per poi rimetterli dolcemente sul loro asse. Parla di solitudine, di carriera, di amicizia e di famiglia mostrando due famiglie socialmente opposte ma spiritualmente unite, eliminando le barriere e le distinzioni e mostrando anche le persone che stanno sotto le maschere sociali.
Così facendo What’s Love Got to Do with It? è la perfetta commedia romantica. Ne riprende gli stilemi di scrittura procedendo alla stesura di una sceneggiatura ricca di cliché piazzati al punto giusto. Dosa le emozioni, divertendo e commovendo continuamente, ti dà quello che cerchi, anche se non nel modo in cui lo cerchi. La trama procede senza mai stancare, rendendo anche godibile la prevedibilità, non cadendo nel banale ed esplicando un messaggio forte: quello della discriminazione razziale, veicolato in modo arguto e puntuale. È un film che alleggerisce l’animo trasportando lo spettatore in un mondo concreto ed eccezionalmente orchestrato per stupire ed interessare, fornendo così, sotto lo stile documentaristico, che vagamente richiama Harry ti presento Sally, una serie di informazioni volte ad esplicare meglio il mondo pakistano nelle sue conformazioni.
Sotto l’aspetto tecnico, inoltre, vediamo come la regia di What’s Love Got to Do with It? spazia costantemente tra finzione e realtà impostando delle scene costruite attraverso la macchina da presa della protagonista, che riporta ciò che vede e vi riflette sopra. Molto interessanti, inoltre, risultano i costumi, dettagliati rappresentanti della cultura pakistana, che riempiono lo schermo facendo focalizzare lo sguardo anche su di essi. Con l’espediente stilistico visivo, vengono così ricostruite scene di danza e canto, tipiche della cinematografia bollywoodiana, non risultando mai discordanti o fuori luogo, ma perfettamente inserite nel contesto. Le musiche di Nitin Sawhney trasportano lo spettatore per tutta la durata della pellicola donando un ritmo dinamico al progetto ed arricchendolo di colore. Interessanti risultano anche le interpretazioni, con un particolare accenno a quelle femminili. Lily James risulta perfetta nel ruolo della protagonista, dimostrandosi sempre più centrata e giusta nella commedia, così come Emma Thompson che, pur avendo un ruolo secondario, riesce comunque a conquistare lo spettatore popolando ed animando ogni singola inquadratura che la riguarda. Shabana Azmi, invece, porta la dolcezza e la verità sullo schermo risultando eccezionalmente calibrata e corretta nell’evoluzione del suo personaggio.
Il suo essere autentica e giusta rende What’s Love Got to Do with It? una commedia romantica a portata di tutti. Comunica indistintamente ai suoi spettatori i propri sentimenti, rivelandosi per quella che è ogni secondo di narrazione. Si mostra trasparente ed intelligente andando a toccare l’animo di chi la guarda lasciandolo soddisfatto al suo termine. Parla di amore in modo generale e particolare nello stesso tempo, abbracciando così tutte le sue ramificazioni. Si interroga su questo e si dà delle risposte, aprendosi alla possibilità di sbagliare, poiché l’amore non è sempre giusto. Raccoglie ciò che semina nel suo percorso arrivando ad una conclusione sincera, una possibilità pensata non per essere una favola ma semplicemente un nuovo inizio, dandosi tempo di crescere ed evolvere. Parla di tutti noi ed ha coraggio nel farlo. Non si ferma alle apparenze ma scava più affondo mostrando quella marcia in più, quella scintilla, che la rendono la perfetta commedia romantica moderna.