Il filosofo francese Jacques Rancière contempla la dimensione politica e la dimensione estetica come due i paradigmi principali, dove la dimensione estetica ha una dimensione politica, e la dimensione politica ha una dimensione estetica. In questo videosaggio il pensiero di Rancière si applica al cinema, come una forma d’arte, e alla Shoah come un evento politico. La Shoah viene analizzata come dimensione non rappresentabile nei seguenti film: “Shoah” (1985) di Claude Lanzmann, “Il giardino dei Finzi-Contini” (1970) di Vittorio de Sica, “L’oro di Roma” (1961) di Carlo Lizzani, “La vità è bella“ (1997) di Roberto Benigni.
Perché i registi di questi film utilizzano la strategia della non rappresentabilità e come la percepiamo noi spettatori?
realizzato da Aleksandra Piliuch e Tiago I. Branchini a conclusione del corso Forme e modelli del cinema italiano II tenuto da Damiano Garofalo