Il capolavoro di William Friedkin,The Exorcist (trailer), opera che ha cambiato il modo di fare horror in occidente e terrorizzato generazioni di spettatori, torna sul grande schermo all’80. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia nella sua versione restaurata Director’s Cut 4K. L’evento è pensato dalla Warner Brothers e Discovery in collaborazione con la Biennale di Venezia come partenza delle celebrazioni del 50° anniversario di uno dei film più seminali del 900′. Il classico del cinema è tratto dal controverso romanzo di William Peter Blatty che ne curò anche la produzione e sceneggiatura e che per quest’ultima vinse il premio Oscar. Naturalmente il contributo maggiore è da sempre stato riconosciuto a Friedkin ma, forse, anche questa fu la principale causa dei dissapori che spezzarono la collaborazione fra i due William e portarono alla rovina del franchise derivato dal primo film, che finì solo nelle mani dei finanziatori più aridi e che fecero della serie una delle più sfortunate della Storia del cinema.
The Exorcist, dopo la sua uscita a Venezia, sarà proiettato nei cinema italiani nei giorni 25, 26 e 27 settembre nella versione Director’s Cut e dal 5 ottobre con una prestigiosa edizione limitata in 4K per l’home video. Friedkin e Blatty dopo il trionfo del film si allontanarono sempre più a causa di dissapori creativi, ed il fatto che il grande regista americano abbia voluto lasciare questa dichiarazione in occasione dell’uscita del film a Venezia aggiunge importanza all’evento: «Credo che The Exorcist sia tanto intenso oggi, a distanza di cinquant’anni, quanto lo fu al momento della sua prima uscita. È questa la genialità della storia di William P. Blatty». Friedkin ci ha lasciato poche settimane prima del ritorno del suo film sul grande schermo, lasciando un vuoto nel cuore dei fan del capolavoro.
Quando Friedkin prese in mano il progetto era appena uscito dall’incredibile risultato di French Connection-Il braccio violento della legge, quel nuovo realismo con cui il regista cambiava il modo di fare il poliziesco si adattò subito alla scrittura di Blatty e rese The Exorcist un film unico e rivoluzionario. Dal set di French Connection Friedkin portò con sé il prolifico direttore della fotografia Owen Roizman che, con il suo incredibile lavoro di luce, crea un ambiente gelido e perturbante che contribuisce tuttora in modo esemplare alla costruzione dell’atmosfera del film. Sempre dal Braccio violento della legge arriva il montatore Norman Gay che sperimenta, coadiuvato da Evan A. Lottman di Panico a Needle Park, alcune soluzioni mai tentate prima di questo film.
Per il ruolo della protagonista femminile viene scelta Ellen Burstin, attrice drammatica attiva in televisione dal 1958 e con ottime recensioni teatrali. Burstin al cinema era però quasi sconosciuta nonostante avesse già lavorato con giganti del calibro di Bogdanovich e Rafelson. La sua interpretazione è basilare perché è sostanzialmente attraverso il suo incredulo sguardo che vediamo l’inizio della possessione demoniaca della figlia Megan e, pur trattandosi di una convinta atea femminista socialista, è sempre il suo arco narrativo a portarci al personaggio di padre Damien Karras e poi l’esorcista padre Merrin. La carriera di Linda Blair, nel film Megan, la bambina posseduta, è invece decollata dopo l’incredibile successo di questo film, rendendola per un po’ un nome da blockbuster tripla A del sistema nord-americano. Con il passare degli anni, però, a causa del seguito fallimentare di The Exorcist , l’attrice è scomparsa nel sottobosco dei b movies per tornare a galla sporadicamente con film epigoni made in Italy o varianti demenziali del suo più grande successo.
Una delle figure centrali del film è interpretata dal bravissimo Jason Miller che ha la fortuna di esordire da attore protagonista con uno dei più grandi successi di tutti i tempi. Il personaggio di Padre Karras, prete psicologo con una visione molto progressista del cattolicesimo, è a tutti gli effetti l’incarnazione del punto di vista dello spettatore che assiste sconvolto all’esorcismo cercando di dare un senso scientifico e razionale agli eventi. Miller avrebbe ancora lavorato con Blatty nell’ambizioso e dimenticato La nona configurazione ed in un cameo in The Exorcist III. Se da una parte esordire con un blockbuster del genere può avere giovato al lancio della sua carriera, dall’altra il paragone con il suo primo film è sempre pesato nel giudizio dei film girati in seguito rendendo la sua carriera molto sfortunata.
All’epoca del libro (e poi del film) la maggioranza del pubblico non sapeva che cosa fosse un esorcista; questo, infatti, è un termine che diventa di uso comune solo dopo il successo internazionale del lungometraggio. Per dare mistero e magica saggezza all’esorcista Merrin si sceglie un volto iconico del cinema difficile svedese: Max Von Sydow. L’attore era molto noto per i suoi film con Ingmar Bergman ed, in particolare, per il capolavoro Il settimo sigillo. Il film di Friedkin servirà da trampolino per la nuova carriera dell’attore svedese ad Hollywood. Infine il detective, punto di vista del tutto cinico e laico, è assegnato al veterano Lee J.Cobb, attivo al cinema dal 1934, con un curriculum di ottimi ruoli, prevalentemente nel drammatici e nel noir. Per certi tratti, si potrebbe dire che il suo detective somigli al Doyle di Friedkin in French Connection.
Nel 1977 la Warner assegnò al regista John Boorman, che aveva già firmato Un tranquillo week-end di paura, la produzione e la regia di un costoso seguito intitolato Exorcist II: The Heretic, tratto da un soggetto di Blatty che si vide sostituito al momento della sceneggiatura dall’esordiente Rospo Pallenberg e da William Goodhart, che aveva scritto una commedia teatrale di successo con relativo adattamento ben dieci anni prima. Il film, pur avvalendosi del ritorno di Von Sydow nella parte di padre Merrin e della posseduta Blair, non replicò neppure lontanamente il risultato al botteghino del film originale. L’opera di Boorman era comunque di altissimo livello tecnico, con contributi eccellenti come Ennio Morricone per la colonna sonora e attori di pregio come il gigante Richard Burton e la meravigliosa Louise Fletcher, indimenticabile infermiera di Qualcuno volò sul nido del cuculo. Nonostante il dispendio economico, il film si spostava totalmente dall’ambientazione originale, ne perdeva le atmosfere gelide e quel realismo magico che Friedkin era riuscito a creare.
Nel 1983 Blatty scrisse un secondo romanzo intitolato Legion, unico vero seguito letterario di The Exorcist, noto in Italia come Gemini Killer . L’amicizia fra Blatty e Friedkin si era già ripristinata anche per merito dell’orribile seguito che era stato varato dalla Warner dell’epoca, quindi Blatty scrisse Legion pensando espressamente allo stile di Friedkin, al suo precedente cult movie Il braccio violento della legge ed al suo protagonista Jimmy Doyle. Inaspettatamente, l’eroe della storia è infatti il tenente Bill Kinderman che, quindici anni dopo la morte dell’amico Karras, deve dare la caccia ad un serial killer cattolico, scoprendo piano piano che in realtà la mano del mostro è guidata dal demone Legione che lo possiede. Dal libro alla fine verrà tratto un film nel 1990 intitolato The Exorcist III, questa volta scritto e diretto da William Peter Blatty che svilupperà uno strano terzo film che non considera o riconosce in alcun modo l’esistenza del secondo. Anche questo film sarà un clamoroso fiasco, nonostante la prova attoriale di livello del premio Oscar George C. Scott che prese il posto dello scomparso Lee J. Cobb nel ruolo del detective.
La tragedia dei seguiti di The Exorcist giungerà al culmine nel 2005 quando verrà assegnato al grande Paul Schrader, indimenticabile sceneggiatore di Taxi Driver e L’ultima tentazione di Cristo, la regia di un prequel sul primo incontro fra l’esorcista Merrin ed il demone sumero Pazuzu. Nel ruolo che è stato di Max Von Sydow questa volta c’è Stellan Skasgard ed il demone possiede e trasfigura un bambino kenyano prima in un albino e poi in un cherubino. Il film piacque talmente poco ai produttori che decisero di licenziare il regista ed archiviare tutto il girato realizzando un secondo prequel con una trama diversa e con lo stesso attore protagonista e le stesse location. Il secondo prequel è noto come Exorcist: The Beginning ed è diretto dal Renny Harlin di Die hard 2: Die harder e Nightmare 4. L’opera ci mostra un Merrin combattere contro Pazuzu per la liberazione di una donna posseduta in Kenya e interpretata dalla ex Bond Girl di Goldeneye, Izabella Scorupco. Naturalmente sarà un nuovo fiasco, forse, il più imbarazzante di tutti i seguiti.
Il prequel nascosto di The Exorcist, firmato da Schrader, sarà infine montato ed intitolato Dominion: Prequel to the Exorcist e distribuito in pochissimi paesi del mondo, in Italia uscirà solo al Torino Film Festival. Il 12 ottobre di quest’anno è inoltre previsto un sesto film del filone intitolato The Exorcist:Believer, firmato dal David Gordon Green della recente trilogia finale di Halloween. Il film si propone come nuovo secondo capitolo della serie e dovrebbe essere il primo di tre titoli che rimanderebbero al film di Friedkin ignorando tutto il resto, incluso il seguito vero scritto da Blatty. L’unica cosa precisa che si sa per ora è che tornerà il personaggio di Chris MacNeil nuovamente interpretata da Ellen Burstin.
The Exorcist in 50 anni ha dato vita a sei seguiti, una serie tv ed una marea di film che basano la loro trama e struttura sulla scrittura originale di Blatty. Si tratta probabilmente di uno dei film più seminali della Storia del cinema e di una delle opere di genere più longeve mai concepite. Le battute del film, i personaggi ed alcune scene sono perfino diventate mitologia urbana e sono presenti nell’inconscio collettivo, nei modi di dire, nelle gag fra amici, anche se chi ne fa uso non ha mai visto il film completamente. Il film è una delle opere fondamentali per la comprensione della cultura cinematografica occidentale e della storia dell’arte audiovisiva.