“Forse siamo solo due sorelle con un padre morto”. E forse il vero, unico nucleo tematico di Undone (trailer) è da rintracciare esattamente in questa frase, pronunciata in uno degli episodi finali da Rebecca (Angelique Cabral), la sorella della protagonista. Perché in Undone, serie originale Amazon disponibile in streaming dal 13 settembre, è raccontato uno spicchio di vita di Alma (Rosa Salazar), rimasta in coma in seguito ad un incidente d’auto dal quale si è risvegliata più “broken” di quanto non fosse già. Ora è in grado di vedere e parlare con suo padre (Bob Odenkirk), morto in circostanze mai del tutto chiarite quasi vent’anni prima.
Non solo, la sua percezione del reale e del tempo (ma il tempo è reale?) risulta alterata, un flusso disomogeneo che bisogna imparare a domare e incanalare, come suo padre cerca di insegnarle durante i loro colloqui sotto gli occhi ignari di tutti. Quella moltitudine di immagini, colori e possibilità rappresentano per la ragazza un antidoto al corrosivo loop di una vita quotidiana che appare già scritta e sciupata nella ripetizione di dinamiche fuori dal suo controllo. La realtà di tutti i giorni non è più abbastanza, un contenitore stretto nel quale sedere scomodi. Alma però è amata, dal suo ragazzo (Siddharth Dhananjay) e dalla parte di famiglia rimastale, la madre (Constance Marie) e la sorella, superstiti anch’esse della voragine lasciata dalla scomparsa del padre e che ora non riescono a comprendere cosa affligga quella giovane “più del solito”.
I turbamenti e viaggi interiori di Alma trovano (parziale) esplosione visiva nell’utilizzo della tecnica del rotoscoping, che vede a riprese reali sovrapporsi un ricalco digitale che ne ridisegna forme e colori. Quello del rotoscopio è da anni un mezzo ideale da sfruttare in chiave espressionista, per tratteggiare la pittoresca interiorità dei personaggi e i loro intimi sconvolgimenti. Tra coloro che ne hanno fatto un brillante utilizzo impossibile non ricordare Richard Linklater con A Scanner Darkly (2006), ma soprattutto con Waking Life (2002), che sembra in particolare condividere con Undone approccio ed incipit. Uno dei peccati più grandi della serie è, però, nel non riuscire a sfruttare in modo soddisfacente il potente mezzo che ne caratterizza lo stile. Dai viaggi onirici di Waking Life scaturivano vividi demoni e desideri, qui invece ci si accontenta di saltare in varie linee temporali perlopiù accompagnando con fondali dipinti e non particolarmente ispirati.
Undone mette moltissima carne al fuoco sin dall’inizio, a partire appunto dalla tecnica di realizzazione, ma risulta non essere mai davvero in grado di valorizzare i singoli elementi e metterli in contatto in modo fecondo. Il filo narrativo principale vede Alma viaggiare nei vari piani dell’esistenza con il padre che la guida nel tentativo di portare la ragazza a salvarlo dalla sua morte. Il problema è che questa trama, nelle intenzioni solo un sostrato, è tratteggiata pigramente e non riesce mai a decollare davvero, afflosciandosi del tutto nel momento dell’affondo decisivo. Il recupero di un rapporto mancato con il padre vuole essere il centro catalizzatore dei problemi e delle soluzioni di Alma, dispersa in ciò che non ha mai avuto. La narrazione non dovrebbe essere altro che uno specchio riflettente il disagio di una protagonista “broken” (termine ripetuto in più di un’occasione) dal momento in cui il padre è uscito dalla sua vita, purtroppo però finisce per sfaldarsi nel venire rimbalzato su altri micro-temi con una inevitabile perdita di mordente.
Dispiace perché gli interpreti sono perfetti nei loro ruoli, a partire da una stratosferica Salazar fino ad arrivare ad un sacrificato Odenkirk, schiacciati dal peso di argomenti inseriti a forza e rimasti inesplorati nel corso degli 8 episodi (da venti minuti l’uno). Dal modo in cui Undone conclude la sua prima stagione è chiara l’intenzione di rinnovare la serie per nuovi episodi, seppur ancora non annunciati, ma questo non può giustificare un galleggiamento generale che lascia in bocca un sapore di insoddisfazione. D’altronde da due dei creatori di Bojack Horseman, Raphael Bob-Waksberg e Kate Purdy, ci si aspettava molto. Gli spunti c’erano, e ci sono, tutti per creare qualcosa che possa lasciare un segno nel mondo delle serie d’animazione. Per adesso Undone è rimandato, sperando in un ritorno folgorante sulle ottime premesse fino a qui non pienamente rispettate.