Un matrimonio di troppo, la recensione del film su Amazon Prime Video

un matrimonio di troppo, la recensione

Prime Video affida a Nicholas Stoller una commedia degli equivoci inequivocabilmente americana. Un matrimonio di troppo (trailer) è approdato sulla piattaforma destando da subito un discreto interesse da parte degli abbonati e scalando la classifica dei film maggiormente streammati. Di tale interesse non c’è da stupirsi, considerando la popolarità e la simpatia delle star principali Will Ferrell e Reese Witherspoon, emblemi della commedia americana dei primi anni duemila: Elf, Anchorman, La rivincita delle bionde

La storia a cui fanno prender corpo non ha pretese di complessità: il matrimonio della giovane figlia di Jim (W. Ferrell), e quello della sorella minore di Margot (R. Witherspoon) vengono erroneamente prenotati per lo stesso giorno e nello stesso luogo. Da questo espediente semplice ma profittevole, scaturiranno sabotaggi, improbabili unioni e una sfilza, talvolta insostenibile, di situazioni comiche. Gran parte del film verterà sulla costruzione di nuovi rapporti e la decostruzione di quelli vecchi, ponendo l’accento sulla complessità delle dinamiche familiari e sulla loro indiscutibile centralità nella vita di ognuno di noi. 

Jim e Margot, nonostante lo smisurato affetto che lega l’uno alla figlia e l’altra alla sorella, condividono un profondo senso di solitudine ed inadeguatezza che li porterà, dopo un percorso oltremodo tortuoso, ad avvicinarsi. Lei è una produttrice televisiva di successo che antepone il lavoro alla vita privata, lui è un padre rimasto vedovo, la cui colonna portante della vita è la figlia Jenni, in procinto di sposarsi. Entrambi, dunque, si pongono come figure poco equilibrate e il loro disequilibrio diviene un attrattivo motivo comico, quanto meno in potenza.

Infatti, finché vengono portate sullo schermo le loro interazioni, il film sembra avere nel suo arco qualche freccia da scoccare, specialmente per l’abilità e l’esperienza delle due star hollywoodiane. E nonostante sia innegabile l’eccessiva assurdità e demenzialità di varie gag che li riguardano, alcuni dei loro tentativi di sabotare il matrimonio dell’altro sono in grado di suscitare qualche risata. Ciò avviene anche grazie alle musiche, affidate a Michael Andrews. La colonna sonora densa di musica classica riesce a provocare la giusta dissonanza, soprattutto quando coadiuvata da un puntuale e dosato slow-motion

Un matrimonio di troppo recensione

Tuttavia, quando la lente di ingrandimento si posa sui comprimari, in particolar modo sugli strampalati fratelli di Margot e sulle amiche della figlia di Jim, risulta alquanto impegnativo rimanere a galla nella narrazione e mantenere viva la curiosità. Il tentativo di caratterizzazione di questi ultimi appare scialbo e poco ispirato, le situazioni comiche che li riguardano appaiono stucchevoli sin dalle prime battute. L’umorismo scurrile proprio di alcuni personaggi risulta forzato e reiterato, seppur ciò dipenda dalla capacità dell’ interprete di veicolare la battuta.

Apprezzabili ma approssimative sono anche le critiche rivolte alle nuove generazioni tramite il gruppo di amiche di Jenni, volto a incarnare tendenze contemporanee che nutrono esclusivamente la superficialità. La ricerca di attualità nel film (o la consapevolezza del momento storico in cui viene prodotto) risalta soprattutto grazie ad un citazionismo massiccio che insegue, talvolta con qualche affanno, la cultura pop. I riferimenti a Friends, Il signore degli anelli e altri grandi nomi dei nostri tempi si sprecano, e forse meno della metà di essi è azzeccato. 

Sono quindi i due attori protagonisti i motori della esile trama, due elementi che si respingono e attraggono continuamente all’interno della storia. È grazie a questo movimento ondivago che il film riesce a catturare la curiosità dello spettatore quanto basta per farlo empatizzare con le debolezze di Will e Margot, lasciando lo spettatore alquanto indifferente ai protagonisti effettivi delle nozze. Resta tuttavia la consapevolezza che il fine ultimo sarà proprio una riconciliazione. Dunque, il punto d’arrivo di Un matrimonio di troppo non delude, seppure il tragitto risulti spesso tedioso e privo d’inventiva.

Ti potrebbero piacere anche

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ho letto la privacy policy e acconsento al trattamento dei miei dati personali ai sensi del Regolamento Europeo 2016/679 (GDPR) e del D.Lgs. n. 196 del 2003 cosi come novellato dal D.Lgs. n. 101/2018.