#RomaFF19: U.S. Palmese, la recensione del film dei Manetti Bros.

U.S. Palmese recensione dasscinemag

Dalle stelle alle stalle, per poter tornare di nuovo alle stelle. U.S. Palmese, il nuovo film dei Manetti Bros., presentato in anteprima nella sezione Grand Public della Festa del Cinema di Roma, racconta la storia di Etienne Morville (Blaise Afonso), giovane talento del calcio mondiale che, per ripulire la sua immagine, accetta il trasferimento in una squadra del campionato dilettantistico calabrese. L’operazione di mercato avviene grazie all’iniziativa di Don Vincenzo (Rocco Papaleo), anziano tifoso della Palmese che, con una raccolta fondi nel paese, riesce a raccogliere i soldi dell’ingaggio del talento da pallone d’oro.

Il film mischia e gioca con alcuni sottogeneri attraverso a trovate sicuramente già viste, ma indubbiamente intramontabili. Le gag grottesche e surreali si amalgamano al racconto della classica commedia italiana post 2000. Il riferimento più evidente è forse Benvenuti al Sud, dove l’escamotage di un trasferimento porta alla crescita personale dell’individuo. Etienne è un pesce fuor d’acqua che impara a respirare, che lontano dallo sfarzo e le distrazioni di Milano ritrova sé stesso e il suo amore per il calcio.

La narrazione scorre e la favola (perché solo di una favola si può parlare) ci immerge dentro alla realtà grazie a degli inserti di celebri volti e voci dello sport quali Fabio Capello, Gianluca Di Marzio, Fabio Caressa, Beppe Bergomi… Le parole, gli speciali sky e le telecronache dedicate al racconto del giovane Etienne permettono allo spettatore calcistico di immedesimarsi completamente, facendolo sognare pensando ai tanti fenomeni che si sono ritrovati a rovinarsi per la loro indole festaiola.

Non è solo lo sport da prima serata che viene narrato. Questa squadra sgangherata, amata alla follia dai 18000 abitanti di Palmi, ci porta dentro al romantico ed ignorante mondo degli amatori, gli ultimi degli ultimi, coloro che vivono di leggende e lavori umili. Per scappare dalla monotonia paesana l’unica cosa che si può fare è ritrovarsi a vedere la partita e non importa se c’è a giocare un futuro pallone d’oro o un pescatore part-time, il tifo è sempre uguale, acceso e adorante. Professori e poetesse si confondono con macellai e panettieri, uniti dai colori neroverdi di maglie, sciarpe e striscioni.

Forse la durata di U.S. Palmese è eccessiva per il suo genere e quello che ci vuole raccontare, ma questa storia di rivalsa, semplice e divertente, è destinata a diventare il film domenicale di tanti padri. Uno di quei film che ti ritrovi in televisione a metà e ti fanno lasciare da parte il telecomando, convinto di aver trovato ciò che ti serviva per concludere la settimana con sorriso e spensieratezza, ritrovandoti a tifare anche tu per una squadra dilettantistica calabrese.

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