New York, il cuore pulsante del mondo occidentale: crocevia di ogni etnia e cultura, dove le vene dell’umanità si raccolgono tra gli schermi di Times Square. Le Ford sfrecciano attorno al Central Park e le strade di Harlem sfoggiano i colori della cultura e della musica afroamericana. Il vento muove le bandiere di tutti i Paesi, riunite per l’Esposizione Mondiale del 1965. All’improvviso, tutto si ferma. Migliaia di persone sono collegate in diretta per vedere John, Paul, George e Ringo scendere dall’aereo privato: i Beatles sono arrivati. TWST / Things We Said Today, il documentario di Andrei Ujică, ci racconta le giornate precedenti al grande concerto dei Fabulous 4 allo Shea Stadium e l’entusiasmo della metropoli che lo ospita.
Non è solo la loro musica a fare scalpore: i Beatles hanno un fascino irresistibile e, dopo soli cinque anni di attività musicale, hanno già conquistato il mondo intero. Orde di fan con giacca, cravatta e frangetta affollano le strade della Grande Mela. Le groupies dibattono ferocemente su chi sia il membro della band più attraente e, nel frattempo, le radio dedicano decine e decine di minuti a grandi successi come A Hard Day’s Night e Roll Over Beethoven. Dalle conferenze stampa è ben chiara la visione che i quattro hanno della loro musica, l’idea che li porterà a rivoluzionare l’industria: il pop ha bisogno di cambiare, di trovare nuove forme che ne permettano la legittimazione creativa e culturale. C’è bisogno di canzoni nuove, che lascino spazio (seppur nella loro struttura limitata) alla fantasia dell’artista capace di parlare a chiunque.
Il documentario di Ujică rende appieno l’idea di un movimento di tale portata. Il mondo sta cambiando sotto gli occhi di tutti, e lo sta facendo attraverso i giradischi e le casse della radio. Tuttavia, bisogna dire che la forma del film manca gravemente di una coerenza strutturale. Infatti, l’opera si mostra come un collage di immagini archivistiche che riprendono dal vivo i newyorkesi e le loro giornate, ma senza presentare alcun filo conduttore o alcuna visione particolare del fenomeno Beatles. Un accenno di narrazione è tentato da un voice over che racconta, nel particolare, la giornata di un ragazzo e una ragazza in trepidante attesa del grande evento e i loro pensieri. Il racconto è accompagnato da animazioni e disegni sovraimpressi alle immagini di repertorio, ma non riesce in nessun modo a creare interesse o curiosità. Inoltre, per quanto la presenza della band in città sia percepibile in ogni momento, il documentario divaga troppo: i Beatles non sono quasi mai presenti direttamente e solo per pochissimi secondi è possibile ascoltare dei frammenti delle loro canzoni.
Insomma, TWST / Things We Said Today riesce a rendere l’idea di un fenomeno mediatico di livello globale, ma fallisce nel suo essere un documentario. Non c’è nulla di nuovo da vedere, anche solo a livello informativo, per chi già conosce la grandezza della pop band per eccellenza (cioè tutti, o quasi). Di conseguenza, si può dire che il documentario viva della luce riflessa della band, piuttosto che di un’essenza propria e originale. Purtroppo, per stavolta, non c’è nulla da aggiungere alla leggenda del gruppo che ha cambiato per sempre l’industria della musica.