Nella categoria Fuori Concorso della Mostra del Cinema di Venezia figurava il titolo Tutto il mio folle amore (trailer), ultima fatica di Gabriele Salvatores.
La storia narra i fatti del “Modugno dei Balcani”, un padre assente e alcolizzato che si guadagna da vivere facendo il cantante in feste e matrimoni. Dopo sedici anni (chissà come e perché) ricorda di avere un figlio, Vincent, che decide di conoscere intrufolandosi nella villa in cui il ragazzo vive con la madre. Scopre che è autistico e Vincent, immerso in un mondo tutto suo, riesce ad entrare nell’auto del (vero) padre. Da lì in poi, Salvatores si cimenta in un road movie poco riuscito in giro per l’est Europa, in cui stereotipi e gravi errori di sceneggiatura regnano sovrani rendendo il film un prodotto scadente.
Sono anni che Salvatores non azzecca un film, e Tutto il mio folle amore è l’ennesima conferma. Liberamente tratto dal romanzo di Fulvio Ervas, Se ti abbraccio non aver paura, gli sceneggiatori (tra cui Umberto Contarello, co-autore dello script del premio Oscar La Grande Bellezza), cadono in un terribile stereotipo offensivo e per lo più retrogrado, errato e anacronistico – per citarne uno – come ad esempio quello (palese) nei confronti dei sinti e della loro cultura.
Altra nota dolente del lungometraggio che rende tutto meno credibile e più amatoriale sono decisamente gli effetti digitali: Valeria Golino, la quale interpreta la madre di Vincent, si tuffa in piscina e mentre la macchina da presa la segue sott’acqua ecco che notiamo delle pessime realizzazioni grafiche di bicchieri, bottiglie e posate; un lavoro scarso nell’ambito del digitale che Salvatores si porta dietro da anni.
Tutto il mio folle amore, nonostante tutto, vede brillare la stella di Giulio Pranno, che regala un’ottima interpretazione attoriale nelle vesti di Vincent. Il resto del cast è composto da Claudio Santamaria nei panni del “Modugno dei Balcani” e Diego Abatantuono compagno della Golino.
Salvatores puntava a un pubblico adulto, ma non è comunque riuscito nell’intento: il film non commuove, anzi, spesso si imbatte in situazioni comiche molto imbarazzanti. Arrivato a questo punto della carriera, dopo tanti anni di buchi nell’acqua, chissà se ha pensato a un eventuale ritiro dalla scena. Rimane decisamente un film da vedere, per capire come un prodotto (e il pensiero di chi l’ha scritto) possa essere totalmente fuori epoca e, di conseguenza, un flop pazzesco.
Il film, prodotto da Indiana e Rai Cinema è nelle sale da oggi.