Il 12 luglio del 1988 il poliziotto newyorkese John McClane (Bruce Willis) fece la sua prima apparizione sul grande schermo, durante la première di Trappola di cristallo (trailer) a Los Angeles. In quel momento, 35 anni fa, nacque una delle più famose e apprezzate serie cinematografiche d’azione, che ad oggi conta 4 sequel (di cui l’ultimo uscito nel 2013): Die Hard.
Ambientati principalmente in un grattacielo losangelino, il lussuoso Nakatomi Plaza, gli eventi del film si svolgono nel corso della vigilia di Natale, quando McClane, appena giunto da New York per trascorrere le festività con la moglie Holly (Bonnie Bedelia) e i figli, si trova invischiato in un tentativo di furto multimilionario. È proprio durante il party natalizio, infatti, che un gruppo di terroristi tedeschi, guidati dallo spietato Hans Gruber (Alan Rickman), prende possesso dell’intero edificio barricandosi al suo interno con tutti gli ostaggi e tagliando ogni comunicazione con l’esterno. McClane per una fortunata coincidenza riesce a sfuggire ai criminali, nascondendosi e agendo furtivamente: è la falla nel piano che minerà la riuscita del colpo.
Il film, firmato alla regia da John McTiernan, lanciò definitivamente la carriera di Willis, rendendolo il protagonista di una serie che sarebbe entrata nella storia del genere action al pari di altri colossi come Terminator, Mission: Impossible o i più recenti John Wick e Jason Bourne.
All’inizio del film, il poliziotto è un personaggio apatico e disinteressato: cova risentimento per la moglie per aver accettato un importante incarico di lavoro ed essersi trasferita dall’altra parte del Paese con i due figli, costringendolo a trascorre le festività in California, luogo che detesta perché la gente è troppo affettuosa. Come se non bastasse, si trova al centro di un colpo di portata internazionale: non il migliore degli scenari.
McClane, allora, è costretto a tirare fuori tutto il suo ingegno, il coraggio e le risorse di cui dispone, dimostrando di essere un poliziotto capace ma anche una testa calda: ha la meglio su uno dei terroristi mandati per eliminarlo e riesce a mettersi in contatto con la polizia, inizialmente titubante e scettica. Il protagonista si rivela fondamentale per il salvataggio degli ostaggi e l’eliminazione degli antagonisti. Inoltre, si rende conto degli errori che ha commesso nel suo matrimonio, riappacificandosi con la moglie.
In Trappola di cristallo lo sviluppo di alcuni personaggi secondari avvenne durante la lavorazione del film, quando gli impegni dell’attore protagonista – dovuti alla coincidenza con le riprese della serie TV Moonlighting – resero necessario dare più screen time ad altre storie, ampliate dagli sceneggiatore Jeb Stuart e Steven E. de Souza.
Il cattivo per eccellenza, Hans Gruber, è lo spietato leader senza morale del gruppo rivoluzionario, in un’ottima prova attoriale di Alan Rickman al suo primissimo ruolo cinematografico. Gruber è considerato uno dei villain migliori della storia degli action movies. L’interpretazione dell’attore britannico, infatti, venne apprezzata talmente tanto che numerose volte durante la sua carriera avrebbe vestito i panni di personaggi negativi o anti-eroi complessi e tormentati, fornendo sempre molto spessore nelle sue parti: uno tra tutti il Severus Piton della saga di Harry Potter. Per il ruolo di Gruber si dimostrò anche molto abile nell’imitazione dell’accento tedesco e di quello americano, nonostante le sue origini inglesi.
Molto apprezzato anche il pigro poliziotto Al (Reginald VelJohnson), profondamente segnato da un trauma passato, che è l’unico a leggere tra le righe e a credere a John, facendo aprire gli occhi ai cinici colleghi della polizia di Los Angeles. Infine, merita una menzione il distratto autista di limousine Argyle (De’voreaux White), che porta una ventata di comicità al film.
Violento, adrenalinico e spettacolare, Trappola di cristallo aprì la pista ad una fortunata serie cinematografica, rendendo John McClane un’icona – è anche il ruolo preferito di Bruce Willis – grazie ad una peculiarità, prima di allora sottovalutata: il protagonista è una persona comune, non un supereroe né un robot invincibile. Per quanto atletico e competente, in fin dei conti è un poliziotto che si è trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato, che dimostra paure e insicurezze e si rende conto di aver dato per scontate le cose più importanti della propria vita: un eroe tridimensionale come gli action movie non ne avevano mai visti in precedenza, che sbaglia, fallisce, si risolleva e cresce.