Alberto Fasulo fa il suo esordio con il documentario Rumore bianco del 2008. Percorrendo il fiume Tagliamento, che segue il confine tra Veneto e Friuli, narra la vita quotidiana degli abitanti del luogo. Il suo cinema nasce quindi con un approccio documentaristico che si è poi evoluto ed ha trovato sfogo nella messa in scena. Il regista friulano arriva alla Mostra Internazionale del Nuovo cinema di Pesaro con Tir, il suo primo film di finzione. Girato tra Italia e Croazia nel 2013, il film parla dell’immigrazione clandestina dei camionisti dell’est, in particolare di Branko, che lascia il suo lavoro di insegnante per diventare un camionista e lavora duramente per mantenere la sua famiglia, che ormai è sempre più distante.
Pesaro Film Festival: intervista ad Alberto Fasulo from DassCinemag Video
Intervista realizzata da: Amedeo Nicodemo, Roberta Tocci e Andrea Pelliccia
Collocato da molti nel filone del cosiddetto cinema del reale Tir fa parte di un lavoro di ricerca importante, sul reale ma anche surreale, le definizioni lasciano il tempo che trovano, per me sono importanti i film, quello che comunicano, quello che riescono non solo a trasmettere ma anche a far capire, per me è importante che i film aprano delle porte, delle luci diverse su soggetti. Quindi, sicuramente Tir parla ed è un film sulla realtà. nell’intervista si parla anche del nuovo cinema italiano, della dimensione che lo sta configurando, del suo futuro. Fasulo spera in un’internazionalizzazione sia a livello produttivo (quindi di co-produzioni) sia a livello di linguaggio: è difficile fare generalizzazioni, ci sono casi e casi.. sicuramente ci sono casi d’eccellenza. Ci speriamo.