
Tra road movie, buddy movie e spy movie, Tornando a Est (trailer) è il secondo capitolo sul trio di Cesena, ispirato ai viaggi di Maurizio Paganelli e Andrea Riceputi, produttori di entrambi i film. Il primo, Est – Dittatura Last Minute, uscito nel 2020, ha avuto una programmazione piuttosto limitata a causa della pandemia, ma ha riscosso un certo successo di critica, viaggiando per i festival di tutto il mondo. Nel primo film i protagonisti Rice (Lodo Guenzi), Pago (Matteo Gatta) e Bibi (Jacopo Costantini), in vacanza in Europa dell’Est poco prima della caduta del muro, si trovano ad aiutare un rifugiato rumeno a recapitare una valigia alla sua famiglia.
Questa volta l’anno è il 1991. Il muro di Berlino è caduto ormai da due anni e molte cose sono cambiate, ma nei dintorni di Cesena la vita è sempre la stessa. A seguito delle loro avventure in Romania, i tre amici hanno ripreso le loro vite di sempre, ma a fatica. Rice è impiegato in una piccola banca locale. Pago fa la guida a San Marino per i turisti tedeschi ma sogna di rilevare un vecchio cinema. Bibi è disoccupato e ha perso la testa per una ragazza bulgara conosciuta per corrispondenza, Yuliya (Alexandra Vale), a cui manda anche piccole somme di denaro.
Giovani e irrequieti, i tre erano decisi ad adattarsi alla vita di provincia, ma basta poco a risvegliare in loro la voglia di avventura quando l’ingenuo Bibi propone agli amici di andare a Sofia, per conoscere Yuliya. In men che non si dica la banda è di nuovo per strada, diretta ancora una volta verso Est. La misteriosa Yuliya, però, ha segreti più oscuri di quanto si potessero aspettare e così, partiti in cerca di innocente avventura, Rice, Pago e Bibi si ritrovano coinvolti in un intrigo internazionale. Scambiati per pericolose e abilissime spie, rimangono incastrati tra criminali bulgari e servizi segreti italiani. Come ne usciranno stavolta?

Antonio Pisu, che aveva diretto anche il precedente capitolo, racconta, con nostalgia, un periodo di grandi cambiamenti e ancora più grandi speranze. La caduta del muro ha riempito i giovani di tutto il mondo di sogni rivoluzionari, ed è con questa idea che i tre si mettono in viaggio, ma l’abbattimento del muro non ha cancellato la crudeltà e le ingiustizie. Questa volta la storia non è reale, ma liberamente ispirata a eventi di cronaca. Con la speranza di un lavoro onesto in Italia, ragazze dell’est Europa venivano ingannate e intrappolate nel traffico della prostituzione. Si fa luce su una realtà brutale e, tra le risate, si insinua il retrogusto amaro delle storie mai raccontate di ragazze innocenti.
La produzione è principalmente italiana, ma la collaborazione con l’Est Europa mette in campo notevoli attori bulgari, tra cui spicca un’intensa Alexandra Vale. Tornando a Est è una commedia indipendente e di nicchia, ma di gran lunga più meritevole di molti prodotti mainstream, come il suo predecessore. Mentre Est – Dittatura Last Minute era reale e commovente in maniera disarmante, i pretesti narrativi che portano avanti la storia, questa volta, sono più artificiosi e forse più scontati. La svolta action, tra spie e servizi segreti, porta ad una serie di equivoci e fraintendimenti già visti, ma che, tutto sommato, funzionano. Il risultato è una commedia dal cuore grande, che intrattiene e invita a non perdere mai la speranza.
Tutto ruota attorno ad un trio di ingenui speranzosi, che sognano il cambiamento nel mondo e nelle loro vite. Per caso o per follia, si ritrovano sempre nei guai e, senza armi né difese, trovano comunque il modo di aiutare chi ne ha più bisogno. Lodo Guenzi, Matteo Gatta e Jacopo Costantini sono una combinazione già collaudata e che funziona a meraviglia. La banda è più in sintonia che mai, e i tre giovani attori, con rimarchevole naturalezza, conducono un film gradevole, profondo e a tratti poetico. Un delicato racconto dell’intramontabile ricerca di vita dei giovani di ogni tempo.
In sala dal 13 febbraio.