Tale padre, tale figlia. Volente o nolente, Ishana Night Shyamalan esordisce con un film che si pone in continuità con quelli del padre M. Night Shyamalan. The Watchers – Loro ti guardano (trailer) è un’opera prima che pecca di inesperienza, ma fa ben sperare su una possibile erede di uno dei registi contemporanei più apprezzati.
Il modello è Shyamalan senior. Non solo perché coinvolto nel progetto in veste di produttore, ma anche perché autore riconosciuto nel campo del genere horror. Il modello è la sua filmografia. I suoi falsi finali, come ne Il sesto senso e Old. La rappresentazione della reclusione dei protagonisti, come in The Village o Split. Il rapporto ambiguo con il soprannaturale, come in Signs e Bussano alla porta. The Watchers – Loro ti guardano riprende questi stilemi e li elabora senza sfociare nel manierismo superficiale. Resta un film di Ishana, capace di raccontare questi temi ricorrenti di M. – e del genere horror in senso ampio – secondo la propria visione.
Il modello è Shyamalan senior anche per quanto riguarda, purtroppo, gli aspetti negativi. Il secondo atto è sbrigativo, si perde troppe cose per strada. Non vede l’ora di arrivare al (primo) finale. Questo impedisce all’universo narrativo di essere approfondito abbastanza. Molti elementi vengono solo accennati quando meriterebbero una spiegazione maggiore una volta tirati in ballo. Non sono quelle cose valorizzate dal mistero, ma quelle deludenti se non raccontate per intero. Tuttavia, la sensazione che si ha guardando The Watchers – Loro ti guardano è che queste carenze siano frutto dell’inesperienza di Night Shyamalan, non di incapacità. Un esempio sono le caratterizzazioni dei personaggi, di cui si tenta uno scavo psicologico, ma senza arrivare fino in fondo per un eccesso di elementi. Su tutti, la protagonista Mina (Dakota Fanning) che perde di carisma pensando a quante cose fanno parte del suo personaggio; soprattutto, pensando a quanto poco peso specifico hanno su di lei.
Il punto forte di The Watchers – Loro ti guardano è di gran lunga l’ambientazione della storia. Quella esterna, la foresta che nasconde degli oscuri segreti provenienti da un folklore antico (The VVitch insegna). E quella interna, la casa nella foresta, il Covo, da cui non si può scappare (La casa insegna). Casa che diventa metafora (esplicita, ma originale) della televisione. I personaggi si ritrovano costretti in questo ambiente con un vetro specchiato che gli impedisce di vedere dall’altra parte: sono i protagonisti dello show a cui assiste ciò che sta fuori. Devono presentarsi di fronte a questo specchio a un orario preciso, il tramonto (la prima serata). Chi li guarda non può farne a meno, aspirando di diventare come loro. La metafora è suggestiva, ma anche qui Night Shyamalan non arriva fino in fondo con la riflessione che potrebbe approfondire. Vira su altro, lasciando inespresso l’elemento più interessante del film.
Dal punto di vista registico Night Shyamalan sorprende in positivo. Inizia con qualche incertezza, ma finisce in crescendo. Nella prima parte c’è un abuso del jump scare, che per fortuna viene abbandonato nella seconda parte. Da quando si entra nel Covo le cose cambiano. La messa in scena viene raffinata, in particolare nelle sequenze ambientate davanti allo specchio (o schermo). Grazie anche a una fotografia molto precisa l’opposizione fra l’ambiente interno e quello esterno è molto chiara: fuori buio, pericolo; dentro luce, salvezza. Tranne nei pressi dello specchio, zona di confine terrificante che affascina e spaventa allo stesso tempo. La metafora della televisione impressiona proprio grazie a queste scelte formali.
The Watchers – Loro ti guardano è un’opera prima e si vede. È devota alla tradizione del genere, ma prova a cambiare le carte in tavola. Pur con troppe idee in testa, il mondo costruito è suggestivo. Ha molti difetti, ma è comunque il primo film di una regista che ora merita di farne altri.
Al cinema dal 6 giugno