A inizio agosto è approdata su Netflix la prima stagione della trasposizione televisiva di quello che è ritenuto uno dei capolavori assoluti nell’universo delle graphic novel: The Sandman (trailer), tratta dall’omonimo fumetto di Neil Gaiman. Considerata la qualità altalenante degli adattamenti di icone di terze parti prodotti dalla nota piattaforma di streaming (anche di recente), gli appassionati della serie a fumetti potrebbero aver passato diverse notti insonni in attesa degli episodi. Fortunatamente però, ad oggi, possono tirare un sospiro di sollievo poiché il Signore dei Sogni è tornato, e lo ha fatto in grande stile.
Presumibilmente anche per via della partecipazione attiva dell’autore originale nella creazione di questa nuova versione dell’opera, gli episodi della serie ripercorrono in maniera quasi letterale le vicende raccontate in Preludi e Notturni e Casa di Bambola, i primi due volumi di Sandman. E pure quando non lo fanno, eseguono una rivisitazione intelligente e non eccessiva, quel tanto che basta a rendere la narrazione più organica e affascinante per quella fetta (tendenzialmente la più grande) di spettatori che non conoscono la storia di Sogno degli Eterni (Tom Sturridge) e che si addentrano per la prima volta nel suo regno.
La stagione, dunque, è inevitabilmente divisa in due parti: la prima metà segue la prigionia secolare di Morfeo e la conseguente fuga, a cui segue la ricerca degli strumenti perduti e la ricostruzione del suo reame (strutturata in maniera tale da far sì che lo spettatore entri in questo mondo gradualmente); e la seconda tira le fila delle sottotrame preparate fin dall’inizio per arrivare allo scontro con il carismatico Corinzio (Boyd Holbrook). Questa divisione, per quanto necessaria e alleviata da alcune scene di raccordo, non può che andare incontro a un ritmo poco uniforme ma che, nonostante un inizio meno accattivante e alcune sequenze di passaggio, tutto sommato regge egregiamente il peso dei dieci episodi che compongono questa prima stagione.
Oltre al già citato Tom Sturridge, la cui fisionomia e interpretazione sposano alla perfezione il ritratto del protagonista, il cast è composto da una serie di volti che sembrano essere usciti direttamente dalle pagine della graphic novel. E anche quando questo non accade (rispetto alla controparte cartacea, alcuni personaggi cambiano genere) la nuova versione di questi ultimi riesce ad essere ugualmente iconica e interessante: basti pensare al Lucifero di Gwendoline Christie o alla Johanna Constantine di Jenna Coleman, il cui fascino e la cui arroganza competono senza problemi con quelli del “John” originale (qui assente per una questione di diritti sul personaggio). O ancora Vivienne Acheampong nei panni di Lucienne, che assume un’inflessione nuova rispetto al “Lucien” da cui deriva, un atteggiamento quasi materno nei confronti degli abitanti del Sogno.
Un plauso speciale va al personaggio di John Dee (interpretato egregiamente da David Thewlis) che, libero dai limiti imposti dal suo alter-ego supercriminale derivante dai fumetti DC, viene approfondito sotto una veste psicologica inedita che lo rende uno dei personaggi meglio scritti della serie.
Visivamente, poi, The Sandman è una gioia per gli occhi: il dominio di Sogno e gli altri luoghi surreali di quest’universo narrativo vivono tramite la mano dei sei diversi registi, che accompagnano il pubblico attraverso una serie di panorami, campi larghi e inquadrature mozzafiato durante le quali viene voglia di mettere pausa ed effettuare uno screenshot. La qualità media degli effetti visivi, inoltre, è molto buona e contribuisce all’immersione.
A fine stagione, quindi, i fan della produzione fumettistica di Neil Gaiman potranno andare a dormire con l’animo sereno, mentre gli spettatori dell’ultim’ora troveranno una serie TV di alto livello che sicuramente li farà avvicinare al materiale originale. Se questa dovesse rimanere la qualità della struttura di riferimento, non resta che augurarci di vedere trasposti allo stesso modo i restanti volumi, per non parlare della valanga (di sabbia) di possibile materiale spin-off da cui poter partire per costruire un universo narrativo dal grande potenziale.
Dal 5 agosto su Netflix.