Martedì 5 novembre vede il ritorno dell’irriverente serie britannica The End Of the F***ing World (trailer) sulla piattaforma Netflix. La prima stagione, come ricordiamo, è basata sulla graphic novel di Charles Forsman che non ha avuto un seguito narrativo. Visto l’enorme successo e impatto sul pubblico e sulla critica stessa però, lo showrunner Charlie Cowell ha voluto regalarci una nuova e inedita storia per i due amati e giovani protagonisti: Alyssa (Jessica Barden) e James (Alex Lawther).
La seconda stagione riparte proprio da quest’ultimo che, incredibilmente, non è morto ma è rimasto solo gravemente ferito dal colpo di pistola, assicurandosi però due duri anni di riabilitazione. I due non si vedono da allora. Per quanto riguarda Alyssa, in lei non vediamo più quella irrequietezza e spavalderia che da sempre l’avevano caratterizzata fin dalla primissima apparizione, ma effettivamente nemmeno una sorta di maturazione comportamentale. Più che altro traspare un’imposizione ad apparire a tutti gli effetti una vera adulta agli occhi di quel mondo nel quale mai si è sentita far parte. Cercherà di indirizzare la sua vita, perciò, verso scelte socialmente accettabili, fidanzandosi ufficialmente con Todd (Josh Dylan), un comune e bravo ragazzo con la testa sulle spalle, e lavorando come cameriera nel ristorante della zia Leigh (Alexandria Riley) per assicurarsi una sorte di indipendenza. Tutta questa sua improvvisa sicurezza nasconde però un completo stato di apatia nel quale è caduta dal giorno in cui si è separata da James.
L’apparente calma nelle vite dei due giovani protagonisti verrà completamente spazzata via da un nuovo e carismatico, ma soprattutto misterioso, personaggio: Bonnie (Naomi Ackie). La ragazza fa la sua prima apparizione già dal primo episodio e riesce subito a catturare l’attenzione, anche per la sua bravura recitativa. Ma cos’è che vuole esattamente dai due? Bonnie, si rivelerà essere una vera e propria minaccia per James e Alyssa, poiché per una spiacevole coincidenza, amante del professore Clive, l’uomo che tentò di abusare sessualmente Alyssa e che venne ucciso proprio dai due durante il loro viaggio senza meta due anni prima.
La seconda stagione si focalizza maggiormente sull’introspezione dei due giovani protagonisti, in particolare James. Differentemente dalla prima stagione, nel quale egli non riusciva concretamente a “sentire” emozioni o a dare importanza ad un legame effettivo, familiare o amoroso che fosse, nella seconda lo vediamo completamente devastato dalla morte del padre (e dall’abbandono di Alyssa) tanto da aver conservato gelosamente l’urna cineraria, possibile simbolo della sua stessa solitudine. Il dolore per la perdita di qualcuno però non può essere manifestato sempre allo stesso modo, un esempio è dato dalla stessa Bonnie che dopo la morte del suo amante crolla in uno stato di follia omicida e vendicativa, probabilmente per colmare uno stato di completa solitudine e un senso di inadeguatezza. In questo senso, Clive rappresentava per lei inconfutabilmente la sua unica salvezza da una miserabile vita. Averlo perso, significa per lei aver perso il senso di vivere.
Nel complesso, la seconda stagione di The End Of the F***ing World riesce ad essere accattivante e coerente a livello narrativo, molto curata e vivace, ma rimane obiettivamente incomparabile rispetto alla precedente, che si distingueva per la sua dinamicità e sfacciataggine, ma soprattutto per un finale che seppur amaro, concludeva in modo impeccabile una storia già esaustivamente raccontata in 8 episodi.