The Crow, la recensione: non può vivere per sempre

the crow, la recensione

Non può piovere per sempre, è vero. Ma anche le cose belle hanno una data di scadenza, specie se non si presta loro la dovuta attenzione. È il caso di The Crow (trailer), nuova versione del racconto tratto dalla celebre graphic novel di James O’Barr. Il film diretto da Rupert Sanders si presenta immediatamente come un tentativo di riattualizzare la storia originale, scostandosi dalla sua estetica squisitamente anni ’90 per avvicinarsi al mondo del 2024. Ne è un esempio lampante lo stesso protagonista: il nuovo Eric Draven, interpretato da Bill Skarsgård, ricorda più un cantante di musica trap che un paladino oscuro dal cuore d’oro. D’altronde, anche in questo film, Eric è un musicista, anche se non propriamente di musica rock; anzi, a giudicare dalla sua cameretta, dotata di tastierino midi e computer, sembrerebbe più un cantante di un qualche sottogenere pop non meglio specificato. Infatti, più volte viene sottolineato quanto la musica sia importante per il protagonista, ma non si ha quasi mai il piacere di sentirlo suonare per comprendere meglio il rapporto che ha con la sua arte.

Non solo dal punto di vista musicale, il personaggio di Eric appare decisamente poco approfondito, poveramente caratterizzato e spesso ripetitivo. Viene presentato inizialmente all’interno di un ospedale psichiatrico e più volte viene ribadito il disagio che prova a stare tra le altre persone. Tuttavia, sebbene venga descritto come un individuo problematico a causa di traumi passati (dei quali, tra l’altro, non si sa un bel nulla), non sembra avere nulla di diverso rispetto ad un qualsiasi ragazzo in crisi adolescenziale. Sarebbero da evitare paragoni, data l’esplicita volontà dell’opera di prendere una strada diversa rispetto al film del ‘94, ma c’è da dire che il personaggio di Skarsgård, per quanto l’attore possa dimostrarsi capace, non condivide nulla dell’irresistibile fascino del vecchio Brandon Lee.

Inevitabilmente la caratterizzazione sbadata di Eric si riflette sulla sua co-protagonista, Shelly (FKA Twigs). Infatti,The Crow, per rispolverare la vicenda originale, prova una mossa rischiosa: mentre nelle precedenti iterazioni la fidanzata del protagonista veniva assassinata al principio della storia, il nuovo film concede grande spazio al rapporto “d’amore” tra i due. Anche in questo caso, nonostante l’aura piacevolmente misteriosa che ruota attorno alla ragazza, la loro relazione manca di ogni profondità e non va oltre il contatto fisico e l’adrenalina della fuga dall’ospedale, risultando priva di ogni maturità emotiva. «Credi che gli adolescenti disagiati ci costruirebbero degli altari?» si chiedono durante una passeggiata su un ponte; probabilmente sì, lo farebbero, dati i comportamenti così noiosamente immaturi dei due protagonisti. Quindi, per forza di cose, dopo che l’omicidio della coppia viene compiuto da una misteriosa associazione ed Eric torna in vita per vendicare la sua “amata”, tutta la revenge story che ne consegue non può non sembrare poco credibile. Insomma, mettere in scena questa forzatissima storia d’amore si rivela un investimento poco furbo, soprattutto se si considera la rinuncia ai personaggi di Sarah e Darryl Albrecht, inesistenti in questa versione della storia.

the crow, la recensione del film

Nel corso della sua vendetta Draven non si risparmia e si abbandona ad una violenza sfrenatissima. Le numerose scene d’azione – intrattenenti e ben coreografate, bisogna dirlo – presentano un gusto per lo splatter oltre ogni limite. The Crow, dunque, non è un prodotto adatto ai deboli di stomaco, ma può sicuramente regalare soddisfazioni agli amanti dei combattimenti brutali e sanguinolenti. Anche lo scontro finale con l’antagonista, sebbene meno violento graficamente, presenta una messa in scena abbastanza originale e crea momenti di grande tensione. D’altronde l’ambientazione in cui la battaglia prende luogo, una sorta di spazio a metà tra la vita e la morte dove Eric si reca più volte durante il corso del film, è molto suggestiva e regala le immagini migliori dell’opera.

Tirando le somme, The Crow è un reboot che ha ben poco da dire, nonostante il tentativo disperato di riattualizzare l’argomento di partenza. Sebbene le scene d’azione ben fatte (ma molto violente), il film parte da premesse poco credibili per poi seguire una scrittura raffazzonata e poco attenta, con dei protagonisti per nulla interessanti e di cui si conosce troppo poco. Senza alcuna profondità di interpretazione, si perde completamente la macabra e misteriosa poesia che ancora oggi permea il cult degli anni ‘90. Se anche la pioggia era finita, con The Crow il sole è scomparso di nuovo.

In sala dal 28 agosto.

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