In un momento di solidale partecipazione collettiva, a favore sia della riabilitazione della “ordinary life” sia della riapertura delle sale cinematografiche, le interrelazioni mediali e comunicative si configurano, ora più che mai, come tappe essenziali e forse salvifiche di un percorso ad ostacoli. Questo si propone di appagare le nostre quotidiane richieste di “escaping the routine” – in un tessuto social politico, economico, pubblicitario che, nonostante quanto ci si possa aspettare, tende a castrare lo slancio creativo e vitale dell’individuo – per poi rilanciarle in una fantasmagorica way of life che, se non costantemente e meticolosamente controllata, rischia di risucchiarci in un pericoloso loop di floride aspirazioni e false speranze.
Tra le infinite possibilità di riflessione ad opera del medium cinematografico e la consistente spinta energetica al miglioramento del singolo e della società si colloca il regista statunitense, e di fama internazionale, Richard Linklater che, attraverso un percorso autoriale di ponderata e smagliante intensità, ritrova nell’apparente noia del quotidiano ripetersi uno stimolo alla costruzione della coscienza critica e sensibile. Dalla condivisione di una giornata qualunque con Before Sunrise (1995, trailer), passando per il fatidico rincontrarsi con Before Sunset (2004, trailer), al futuro minacciato da fantasmi nascosti nelle membra dei suoi personaggi con Before Midnight (2013, trailer), oggi The Before Trilogy trascende l’umana preoccupazione per il futuro, diviene il manifesto di una necessaria riconciliazione del mondo con se stesso e, raccontandoci la parabola di due innamorati, si eleva a metafora di un universo che era prima dell’11 Settembre 2001 e che sarà dopo lo stesso tragico evento.
Quindi se all’epidermide la trilogia di Linklater suona come l’ennesimo progetto su un amore che nasce, cresce e potrebbe morire senza il riaccendersi di quella fiamma che in Before Sunrise aveva sciolto il ghiaccio sul treno per Vienna, scavando sempre più in profondità e lavorando sul fiume di pensieri che Jesse (Ethan Hawke) e Celine (Julie Delpy) condividono l’uno con l’altro, ci accorgiamo di quanto il susseguirsi degli eventi storici e privati – le scelte politiche e militari dei vari paesi, tanto criticate da entrambi (specie da Celine), e personali dei personaggi – si imprimano con dolorosa efficacia sui volti e corpi dei protagonisti.
In Before Sunset, a tal proposito, un’incredibile ed esemplificativa scelta di regia (oltre al piano sequenza) caratterizza la scena nel bar parigino dove Jesse e Celine prendono un caffè – nove anni sono passati da quando i due si sono separati a Vienna. Dal punto di vista di Celine, Jesse ha dietro di sé una coppia di fidanzati che si scambiano baci e parole mentre la lei della stessa coppia regge una rosa, di un rosso così acceso da costringere noi spettatori a curiosare nell’inquadratura; di controcampo invece (quindi dal punto di vista di Jesse), il cliente dietro a Celine beve un goccio e, nel mentre, fuma in maniera estremamente accanita una sigaretta (al punto che potremmo quasi disprezzarlo). Quella rosa e quella sigaretta, oltre ad essere possibili contorni di una scena assolutamente quotidiana, sono segni premonitori di un futuro in avvicinamento e codici di alcune caratteristiche dei personaggi. La rosa dietro a Jesse è segno della futura unione con Celine e codice di quel sentimento romantico, caratterizzante lui per l’intera trilogia e che, curiosamente, lei condannerà (già in Before Sunset, ancor più in Before Midnight e non in Before Sunrise). Al contrario, la sigaretta è segnale dell’anima crucciata di Celine e codice di un futuro che necessita una catartica riconciliazione interiore.
La scena al Cafè Paris, dunque, diviene intermezzo cruciale di un percorso interiore e fisico (Jesse commenta come Celine sia più magra rispetto all’ultimo incontro) che dura tutta una vita – i protagonisti dell’intera Before Trilogy, tra l’altro, sono sempre interpretati da Ethan Hawke e Julie Delpy, da quando sono ventenni negli anni novanta fino a quando avranno più di quarant’anni dopo il 2010 – e che morde con le sue ansie e le sue glorie anche gli attori. Tuttavia la sfida produttiva di Richard Linklater non si ferma soltanto ai performers e ai tempi di ripresa, ma avvolge, in particolar modo, anche le anime dei due personaggi, travolte da quell’11 Settembre mai esplicitamente evocato (anche Celine fuma e coinvolge nell’atto persino Jesse; ciò attesta ulteriormente quanto rose e sigarette si possano caricare di significati nascosti che, nella Trilogy, abbracciano specialmente i protagonisti). Linklater crea così un collegamento intertestuale tra i vari Before e un metatesto critico col cinema di altri registi, ad esempio Christopher Nolan.
Per forza di cose e come i più disparati eventi storici, anche l’attentato alle Torri Gemelle ha provocato una terribile frantumazione coscienziale, costringendo di conseguenza individuo e collettività ad una deformante regressione politica-spirituale-morale-fisica. Nolan anticiperà questa paurosa disgregazione di corpo e mente con Memento (2000): Leonard (Guy Pearce), mosso dalla vendetta per un passato condannato e per un futuro a tutti gli effetti incerto, indaga sul killer della moglie tornando indietro a quando ha cominciato. Proseguirà con la corsa agli armamenti per combattere il terrorismo di Ra’s al Ghul (Liam Neeson), Joker (Heath Ledger) e Bane (Tom Hardy) con Batman Begins (2005), The Dark Knight (2008) e The Dark Knight Rises (2012) ed esplorerà altre vie per difendere il mondo con Inception (2010) e l’ultimo Tenet (2020).
Tornando a Linklater, alla catartica riconciliazione interiore che necessita Celine e alla scena del Cafè Paris di cui abbiamo parlato sopra, possiamo notare benissimo come quei tratti lacerati del personaggio della Delpy in Before Sunset siano preannunciati in Before Sunrise, siano riacutizzati in Before Midnight e necessitino, quindi, di una controparte umana (Jesse) che ne plachi il dolore. La scena fondamentale per una meglio comprensione della protagonista è quella relativa alla vecchia maga che predice il futuro, leggendo le mani delle persone, in Before Sunrise: l’anziana vedrà in Celine un lungo viaggio (il cammino di una vita con Jesse) e la sua futura attività nei servizi umanitari (in Before Sunset, Celine parlerà della sua avversione nei confronti della guerra e dell’inquinamento); queste premonizioni segneranno in positivo la protagonista, ma lasceranno in lei anche un vuoto che dovrà essere colmato con la pace di sé.
Questo vuoto, una volta visto Before Sunset, si presenterà sotto forma di crisi e condurrà la ragazza a rinnegare il suo passato da romantica-idealista (quello di Before Sunrise), a relegare se stessa nella prigione di un assordante materialismo e soprattutto a considerare l’aver rivisto Jesse come un errore. Ciò nonostante, se quest’ultimo, in Before Sunset, non avesse fermato Celine dalla disgregazione fisico-spirituale contro cui lei stava per schiantarsi e se lui non avesse perso l’aereo per volare dall’altra parte del mondo e promuovere il suo libro, non avremmo mai potuto assistere all’elegiaca e sofferta rinascita di un mondo in cui l’umanissimo personaggio di Hawke crede fermamente.
Tuttavia, sarà in Before Midnight, capitolo conclusivo di un viaggio lungo diciotto anni, che i misteriosi fantasmi di Celine, annunciati in quel lontano 1995 e riaffiorati nell’altrettanto distante 2004, torneranno a galla senza tregua o timore. La paura di una possibile ulteriore regressione e il ricordo traumatico della catastrofe che ha aperto il nuovo millennio ricontamineranno l’essenza vitale della protagonista, ormai donna matura. Questa, quasi convintasi di aver abbandonato la sua vita per Jesse, si lancerà in una rivolta tutta personale che vuole vederla a tutti i costi vincitrice. La scena del faccia a faccia tra Jesse e Celine nella camera d’albergo – il proposito di godersi una tranquilla serata a due, lontano dalle figlie, andrà in frantumi visto che, da una semplice telefonata, anche il passato di Jesse riaffiorerà prepotente – è di disturbante e poetica intensità, così intimamente lasciata rivivere agli attori da togliere il fiato allo spettatore e costringerlo a sentire l’effetto claustrofobico di quelle mura in cemento. In Before Midnight, Jesse, dal cuore sensibile e comprensivo, resisterà agli attacchi della compagna e salverà nuovamente l’avvenire da un nuovo 11 Settembre. Questa volta però, a differenza del passato, egli si immergerà nella più autentica e sincera fantasia – ovvero nella creazione di un qualcosa di sacro dopo quella tempesta che ha precedentemente sconvolto il mondo, la coppia e il singolo.
Il personaggio di Ethan Hawke è, di conseguenza, il salvatore di un’umanità logorata nel profondo che deve intraprendere il viaggio dell’eroe, senza mai prendere in mano un’arma – Celine invece, come veniamo a sapere in Before Sunset, possiede una pistola, nonostante si consideri contro l’armamento dell’esercito e il porto d’armi. Jesse è quindi colui che crede fermamente nella catarsi disarmata del genere umano. Non è un caso quindi che prometterà a Celine di rimanere sempre a fianco a lei, anche se questo potrebbe costargli tutto (come, infatti, egli rischia in Before Midnight).
La Before Trilogy può dunque essere considerata, tra le altre cose, anche come il percorso di un eroe che non agisce militarmente, nonostante l’11 Settembre, quanto attraverso una sapiente condivisione di sentimenti ed emozioni. In Before Sunrise, Jesse inviterà Celine a trascorrere una giornata con lui, appoggerà l’ascolto di Come here di Kath Bloom e condurrà lei a ballare per strada, sotto le note di un pianoforte nascosto, dopo quella notte tanto amata. In Before Sunset, Jesse, ormai scrittore discretamente affermato di un romanzo ispirato all’incontro con una magica ragazza a Vienna, si impegnerà a salvare lui e la donna da un angoscioso riprecipitare nel baratro della separazione (e quindi della solitudine). In Before Midnight, affinché Celine possa raggiungere la riconciliazione interiore, vi sarà bisogno ulteriormente di un nuovo e ultimo atto da parte di Jesse: uno slancio creativo e fantastico da parte del singolo, sempre speranzoso in una possibile riconciliazione delle parti e nella ricostruzione di un mondo nuovo dopo la tragedia, che salvi ancora la coppia di innamorati.
L’ultimo atto di Jesse è, in larga misura, assolutamente disperato (vuole riconquistare la donna), ma comunque memore di un passato tortuoso e difficile da seppellire, poichè ancora troppo vivido nella mente e nel cuore della collettività e di Celine. Allo stesso tempo, però, è l’atto titanico e coraggioso di un cuore impavido e meraviglioso che non si ferma a guardare o a tornare indietro, ma abbraccia il passato per avere una vista più chiara sull’avvenire luminoso.
In memoria di passeggiate fantastiche, The Before Trilogy di Richard Linklater indaga l’apparente noia del ripetersi quotidiano e si propone di voler bene ad un’umanità che può e deve ritrovare la forza di agire in se stessa, nonostante catastrofi collettive come l’11 Settembre che costringono noi, “erranti e fugaci” esseri viventi, ad una regressione angosciosa della coscienza. L’invito di Linklater alla Festa dell’autentico spirito della condivisione sarà possibile solo attraverso la riconciliazione con se stessi e con quel mondo squisitamente imperfetto e meraviglioso.