È sbarcato su Netflix il 20 agosto il film Sweet Girl (trailer) che vede alla regia il debutto di Brian Mendoza, mentre nel cast troviamo come protagonista assoluto l’ormai affermato Jason Momoa (nonché produttore del film) accompagnato dalla giovane Isabela Merced, nota già per Transformers – L’ultimo cavaliere e come protagonista in Dora e la città perduta, seguiti da Manuel Garcia-Rulfo, Amy Brenneman e Adria Arjona.
Il film è un revenge movie che vede come protagonista un padre Ray Cooper che, insieme alla figlia Rachel, cerca giustizia per la prematura scomparsa della moglie, morta di cancro a causa delle mancate cure da parte di una prestigiosa casa farmaceutica. La lotta contro quest’ultima si rivela più ardua del previsto facendo emergere diversi lati oscuri e complotti all’interno del sistema sanitario americano, e portando così il protagonista ad affrontare sfide estreme molto più grandi di lui, non mancheranno colpi di scena.
La pellicola si pone come una diretta critica al sistema politico e sanitario americano, il quale da sempre viene accusato, dagli americani stessi, di essere un sistema poco democratico che salva la vita ai ricchi mettendo in secondo piano i poveri. Jason Momoa si fa portavoce dei meno fortunati caricando sulle sue possenti spalle il peso di una società stanca di subire favoritismi, affrontando da solo un’intera casta politica. Tutte tematiche interessanti, se non fosse per il fatto che non riescono a prendere il volo come avrebbero dovuto, il film infatti sembra fermarsi in superfice senza provare a rendere più profonda la vicenda. Non manca l’azione, anzi in certi momenti sembra di essere immersi in un film di Steven Seagal, ma tolto questo aspetto non resta molto, il tono drammatico familiare sembra ad un certo punto perdersi nel nulla così come le sfumature thriller alle quali la pellicola probabilmente aspirava.
Jason Momoa accetta di produrre il film e fare la parte dell’amorevole padre di famiglia forse per mostrare aspetti differenti della sua personalità, missione non perfettamente riuscita perché alla fine si conferma più convincente nei momenti di lotta estrema. Il personaggio più interessante del film si rivela Isabela Merced, la quale si mostra abile nei momenti drammatici, ma allo stesso tempo capace di far uscire gli artigli nelle parti action, rivelando una personalità inaspettata. Registicamente il film presenta una discreta ripresa, ottimi effetti e una buona fotografia ma, come fatto intuire precedentemente, il punto debole è la sceneggiatura che non riesce a prendere il largo, nonostante un interessante colpo di scena che anima la vicenda, il resto ricade nella piattezza.
Il film dunque mette in gioco tematiche interessanti purtroppo senza riuscire a svilupparle, le domande che lo spettatore si pone sono diverse: è giusto cercare vendetta? È giusto andare contro il sistema per farsi giustizia? Chi ha ragione? Chi ha torto? Tutte questioni che spingono la nostra morale e il nostro comportamento a vacillare. Oltre questo però Sweet Girl si conferma un film mediocre, sembra non voler indagare più intensamente questi aspetti costruendo così una storia banale e a tratti già vista.Per concludere Sweet Girl rimane una visione consigliata senza grandi aspettative solo per chi ha veramente del tempo libero a disposizione o per gli amanti del revenge movie, altrimenti andate avanti sul catalogo Netflix e guardate altro.