Alla fine della prima stagione Edo (Giovanni Maini), Sofia (Amanda Campana che abbiamo visto in Bastardi a mano armata), Summer (Coco Rebecca Edogamhe) e Dario (Andrea Lattanzi visto in Letto n.6) si apprestavano a dire addio all’estate, riluttanti a ricominciare un altro lungo inverno a Cesenatico, Ale (Ludovico Tersigni), invece, aveva deciso di firmare un contratto di lavoro in Spagna, e cominciare una nuova vita lì. Li avevamo lasciati così, con il profumo dell’estate che si allontanava, insieme a quella leggerezza che solo la bella stagione sa regalare. Summertime (trailer), diretta da Francesco Lagi e Lorenzo Sportiello, è una serie TV prodotta da Cattleya, liberamente ispirata al romanzo Tre metri sopra il cielo di Federico Moccia, composta, al momento, da due stagioni. Come suggerisce il titolo, è una serie TV sull’estate, dedita a regalarci quella spensieratezza da primi amori, divertimento sfrenato, e tormentoni musicali.
In questa seconda stagione (disponibile su Netflix dal 3 giugno) molte questioni passate torneranno a galla, nuovi personaggi faranno capolino nella vita dei nostri protagonisti, e come sempre, non mancheranno le cotte estive, destinate a durare quasi quanto il tempo di una canzone di Frah Quintale. L’atmosfera spensierata e giovanile è ricreata efficacemente, grazie anche ad un’ottima fotografia, a location selezionate minuziosamente e alla colonna sonora curata da Giorgio Poi, caratterizzata da scelte musicali al passo con i tempi. Sicuramente è stata molto intelligente l’idea di arricchire la narrazione con i brani di Ariete, Franco126, Coma_Cose (per citarne alcuni), dato che rispecchiano i gusti musicali delle nuove generazioni, e contribuiscono a rendere la serie accattivante per un giovane pubblico. Ora, più che mai, abbiamo bisogno di storie del genere, storie leggere che ci fanno sognare un’estate serena, storie in cui poterci identificare. Il problema è che Summertime non riesce pienamente in questo intento.
In questa nuova stagione era chiara l’intenzione di innalzare il target, introducendo temi più vicini anche a coloro che non appartengono più alla categoria teen, per permettere loro di identificarsi nelle vicende, però, questa volontà alla fine è rimasta inattuata, data la prevedibilità di molte scelte narrative che allontana un pubblico di giovani adulti. Nel corso della narrazione sono riproposte sempre un po’ le stesse dinamiche: tira e molla tra i personaggi principali, litigi tra amici, conflitti con i genitori, che alle lunghe appaiono ridondanti e rendono 8 episodi difficili da concludere, dato il fiacco andamento degli eventi. Sicuramente avrebbero potuto fare un lavoro migliore se avessero deciso di strutturare la serie tv con un numero minore di episodi. Con l’intenzione di rendere la narrazione costantemente entusiasmante sono stati inseriti troppi personaggi, e di conseguenza troppe storyline, poche delle quali hanno un degno svolgimento e di conseguenza risultano effettivamente interessanti.
Rispetto alla prima stagione la maggior parte dei personaggi non ha avuto un’evoluzione, in particolar modo la protagonista, Summer, che più che essere il personaggio principale sembra farsi trasportare passivamente dagli eventi, prendendo decisioni che risultano spesso incomprensibili allo spettatore. Non è facile entrare nella vita della protagonista ed empatizzare con lei, proprio perché, sia per problemi di sceneggiatura che per carenze attoriali, non risulta avere un’identità ben caratterizzata. E’ più semplice identificarsi con alcuni personaggi secondari, la cui forza ed efficacia, però, poteva essere sfruttata in maniera migliore.
Il finale apre certamente le porte ad una terza stagione, a una nuova estate, a nuove vicende per i nostri personaggi. E’ una scelta giusta offrire un seguito a questa storia? Probabilmente poteva concludersi benissimo in due stagioni. Rimane sempre aperta però l’idea che Summer e i suoi amici possano riuscire a stupirci in futuro. Summertime, nonostante non sia un prodotto molto convincente e risenta di diverse lacune soprattutto riguardo il lavoro di sceneggiatura, è una serie giusta per chi cerca qualcosa con cui svagarsi, qualcosa di non troppo impegnativo.