Lo scorso 26 dicembre è uscita su Netflix la seconda stagione di You. La serie, secondo le classifiche, nel 2019 si trovava al quarto posto tra le serie originali più viste con 40 milioni di visualizzazioni. Ma come è possibile se la prima stagione è un prodotto abbastanza mediocre?
Facciamo un passo indietro. Dobbiamo ammettere che le tematiche che You tratta sono delicate ed estremamente profonde, affrontate molto raramente nel panorama seriale e non. Tematiche che risultano essere molto attuali al giorni d’oggi come lo stalking, la violenza , lo spionaggio tecnologico, l’amore (forse) malato e pericoloso ma anche i mezzi di comunicazione, instagram, i follower e la privacy in generale. Risulta abbastanza chiaro che uno degli intenti fosse probabilmente sensibilizzare le nuove generazioni sui pericoli che si nascondono dietro i social network usati imprudentemente.
Ciò che invece ci fa rimanere perplessi è il come la serie ha affrontato questi argomenti . Alcuni elementi fanno sembrare poco coerente la narrazione; il punto di vista di Joe viene intervallato da quello di Beck contribuendo a lasciare negli spettatori un profondo senso di spaesamento. Vari i momenti di finta suspance. Gli accadimenti potenzialmente intensi finiscono per suscitare umorismo e si ha la sensazione di guardare un prodotto in fin dei conti trash.
Ma ecco che arriviamo alla seconda stagione. Inizialmente pensiamo che nulla sia cambiato e che rimanga un prodotto scarso, conclusione avvalorata da dialoghi banali e scene che vorrebbero suscitare tensione invano. Nella prima puntata scopriamo che il protagonista Joe Goldberg (interpretato da Penn Badgley) è riuscito a farla franca con Beck (Elisabeth Leil), di nuovo, ed ora è pronto per cominciare a scrivere un nuovo capitolo della sua vita lasciandosi alle spalle il passato e trasferendosi a Los Angeles. È cambiato ? No. È lo stesso Joe di prima, un Joe assassino, manipolatore, misterioso e narcisista con fin da subito un unico obiettivo: conquistare Love (Victoria Pedretti), la sua nuova preda.
Ma un cambiamento di registro in positivo c’è e lo si nota soprattutto nella seconda metà della stagione. Stavolta l’unico punto di vista rimane dall’inizio alla fine quello di Joe. Il suo personaggio vive una sorta di maturazione, ce la mette tutta per aiutare le persone intorno a lui, per amare fidandosi, per riuscire a vivere una vita normale, pur continuando a macchiarsi dei soliti crimini. Ma viene anche sopraffatto dalle attenzioni e dal coraggio di Love, una ragazza che se vuole qualcosa se la prende. Proprio grazie a lei avviene il grande colpo di scena finale.
Inoltre conosciamo nuovi personaggi, ognuno con la propria storia, che fanno da cornice e non solo. Assistiamo a momenti intensi e introspettivi, di dolore e di complicità , di ingiustizia e di rivalsa. Ridiamo di meno e riflettiamo e ci coinvolgiamo di più, e alla fine finalmente proviamo quel leggero senso di inquietudine che ci ha messo tanto ad arrivare.