I film di alcune cineaste russe, già affermate o alle prime armi con la macchina da presa, sono una forte presenza all’interno della programmazione della Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro, durante la quale si svolge la retrospettiva Sguardi femminili russi. “Una chiave di lettura profonda e avvincente della contemporaneità di una società e di una cultura sempre in trasformazione, raccontata anche attraverso l’uso del documentario e dell’animazione. Specchio autentico di un’intera cinematografia eterogenea e complessa come quella russa.” ha detto Pedro Armocida, direttore del festival a proposito della rassegna che si è aperta martedì sera con Arrivederci mamma di Svetlana Proskurina. Ieri l’abbiamo intervistata e ci ha raccontato la genesi del film, ispirato al romanzo di Tolstoj, Anna Karenina. Lo sceneggiatore Vasilij Sigarev ha lavorato per rendere più attuale la storia senza staccarsene del tutto: un’ imprevista e travolgente passione che mina la solidità di una famiglia, una ricercata e mancata felicità, lo struggimento di un padre e un figlio che non riescono a capire. Proskurina, vincitrice di molti premi in numerosi festival come Locarno e Sochi, ha parlato dell’importanza di imparare dal passato, di ispirarsi ai Grandi della tradizione, facendo dei Classici qualcosa di proprio e originale. Così ha consigliato ai giovani che vogliono intraprendere una carriera in ambito cinematografico, di leggere libri e ascoltare musica non solo recenti. Definendo il nuovo cinema, ha parlato di come sia difficile svincolarsi interamente da tutto quello che si è esperito e conosciuto. Secondo la Proskurina è quasi impossibile dunque creare un linguaggio totalmente nuovo.
Name me, secondo film della retrospettiva, è invece il lungometraggio d’esordio della più giovane Nigina Sajfullaeva, laureata nel 2005 a Mosca in storia dell’arte e diplomatasi nel 2010 ai corsi di sceneggiatura e regia. Name me racconta l’incontro di una ragazza con il padre mai conosciuto. Senza presentarsi a quest’ultimo, la protagonista convince una sua amica a farsi passare per lei. Sebbene all’inizio lo scambio diverta le due, successivamente le conseguenze di questa inversione di ruoli si faranno drammatiche. Sajfullaeva, che durante l’intervista ci ha detto di aver preso spunto da alcune vicende autobiografiche, ha suggerito agli aspiranti sceneggiatori e registi di realizzare film su temi che sentono vicini, evitando di parlare di qualcosa a loro lontano e che al pubblico risulterebbe in questo modo vuoto.
La rassegna terminerà Sabato 27 giugno con la proiezione serale del cortometraggio La fine di un’epoca della regista Sofja Cernyseva.