Distribuita l’11 gennaio 2019 sulla piattaforma Netflix, Sex Education è la nuova serie creata da Laurie Nunn, apprezzata tanto dalla critica quanto dal pubblico. Pur essendo ambientata nei giorni nostri, ricorda molto le atmosfere degli anni ’80-90 di film come Breakfast Club e Noi siamo infinito, oltre che di serie come Stranger Things.
La vicenda ruota principalmente intorno alla vite di 3 personaggi differenti: Otis (interpretato da Asa Butterfield, volto già noto per il film Il bambino dal pigiama a righe), il suo migliore amico Eric (Ncuti Gatwa) e Maeve (Emma Mackey) ma la serie non manca di dare il dovuto spazio anche ai personaggi secondari che saranno di vitale importanza per la crescita dei tre. Protagonista indiscusso della serie è Otis, un ragazzo timido, impacciato e ancora vergine. Eric, il suo migliore amico, omosessuale dichiarato, raffigura invece l’esatto opposto di Otis: è molto estroverso ed espansivo, ma soprattutto non ha problemi ad esternare la propria sessualità. Contrariamente ad Eric, Otis, trova difficoltà ad aprirsi con gli altri e ad instaurare una relazione amorosa. Dietro tutte queste sue insicurezze vi è una famiglia non molto equilibrata. Otis è infatti figlio di due sessuologhi che, in seguito al divorzio dei suoi genitori, viene cresciuto da sua madre Jean, che si dimostra fin da subito opprimente e fin troppo presente nella vita di suo figlio, a differenza del padre che è invece completamente assente. La persona che stravolgerà completamente la vita del ragazzo sarà Maeve, una studentessa ribelle e sfacciata che lo inciterà a creare una clinica improvvisata, nel tentativo di aiutare i compagni di liceo ad affrontare i primi problemi sessuali.
Come si può intuire già dal titolo, la serie propone un tema specifico: il sesso. A differenziare Sex Education dagli altri teen drama (i quali spesso affrontano le stesse tematiche) sono la spontaneità, l’onestà e l’assenza totale di restrizioni, che rendono la storia avvincente e educativa. La serie britannica è frizzante, carica di umorismo, senza pudore e, pur presentando i tipici personaggi stereotipati di ogni produzione a target adolescenziale – come il ricco, il povero, la svampita, il nerd, il ragazzo popolare e il bullo –, riesce comunque a sviluppare una linea narrativa esaustiva, portando avanti un tema delicato a 360°, escludendo anche ogni eventuale banalità romantica e concentrandosi piuttosto sul lato negativo del sesso, di cui si parla poco e spesso malvolentieri. Alla base della costruzione narrativa c’è la disinformazione, l’insicurezza, l’inesperienza, i dubbi e l’identità sessuale di ogni normale studente del liceo alle prime armi col sesso e col proprio corpo.
La serie ha l’indubbio pregio di rappresentare tutte le possibili sfaccettature del tema non escludendo perciò la vita emotiva e psicologica di ogni personaggio, che molte volte è in strettissimo legame con la vita sessuale. Promuove inoltre un messaggio decisamente positivo per tutti gli adolescenti inesperti, incoraggiandoli a scoprire il proprio corpo e quello dell’altro senza però accelerare i propri tempi. Visto l’ingente vastità dell’argomento, le aspettative per l’uscita di una seconda stagione sono piuttosto alte. E voi, cosa ne avete pensato della prima stagione di Sex Education?
Di Alessia Pastori