Prodotto da Escandalo Film ed Elastica Film, Salve Maria è la terza opera della regista spagnola Mar Coll, la quale collabora insieme a Valentino Viso anche alla sceneggiatura del film. Salve Maria ha ricevuto una Menzione Speciale alla settantasettesima edizione del Festival di Locarno e ha partecipato alla trentesima edizione del MedFilm Festival, oltre ad essere uscito nelle sale spagnole il 31 ottobre 2024. Il film è tratto dal libro Madri no della scrittrice Katixa Agirre.
Dal libro, il film riprende l’espediente della divisione per capitoli. Maria (Laura Weissmahr) ci viene presentata come una neomamma alle prese con l’imparare a gestire i ritmi e le esigenze della giovane vita di Eric. Il rapporto della madre con il figlio viene fatto percepire allo spettatore attraverso le parole di Nico (Oriol Plato), compagno di Maria, e le chiacchiere che la donna scambia con un’altra neomamma, Ana (Giannina Fruttero), appassionata lettrice dei romanzi di Maria.
Sì, romanzi. Perché scopriamo che Maria è una scrittrice alle porte del successo nel suo lavoro. Le cose, seppur con quale difficoltà, sembrano procedere normalmente. Ad interrompere la routine della protagonista è la notizia, sentita al telegiornale, di una madre che ha ucciso i suoi gemelli affogandoli durante il bagnetto serale. Da questo momento inizia a emergere in Maria uno stato di disagio per il suo ruolo di madre che, mediato dall’ossessione per la notizia e dall’esigenza di sapere il perché un madre abbia potuto compiere questo gesto estremo, faranno emergere in lei uno stato di depressione post parto fino ad allora assopito. Esso si manifesta solo attraverso preoccupazioni sullo stato di salute di Eric, al quale continua a non rivolgere parola.
La scrittura non disattende le tematiche che la storia si propone di raccontare, adottando una sensibilità e accuratezza nei dettagli che rispettano la delicatezza dell’argomento e non lasciano nulla alla superficialità nella quale sarebbe facile cadere. La messa in scena onirica – che strizza l’occhio al genere horror – è resa possibile da una scrittura che adotta escamotage narrativi basati su simbolismi e metafore che si inseriscono con compiutezza di senso nella struttura drammaturgica. L’interpretazione di Weissmahr riesce a riconsegnare la paura e il senso d’inadeguatezza di una madre che non si sente pronta per esserlo. Il personaggio di Nico, anche se secondario, non è lasciato al caso ma risulta funzionale a mettere in luce un altro aspetto del personaggio di Maria: il suo non sentirsi ascoltata e compresa dal compagno, lasciata indietro nelle decisioni che una coppia dovrebbe prendere insieme. Nonostante non ci sia una volontà di mostrare una evidente disparità tra i sessi nell’approccio alla genitorialità, questa rimane comunque latente e sotterranea nel rapporto tra i due.
Sarà durante il picco drammaturgico della linea narrativa della coppia che scopriremo la vera natura di Nico: impotente e ignaro dei turbamenti che hanno caratterizzato gli ultimi tempi della vita della compagna. La compiutezza della scrittura dei personaggi e delle loro azioni è tale da non portare mai lo spettatore a provare disappunto per i comportamento di nessuno dei due. La forza della narrazione risiede nell’aver traslato l’atto d’omicidio in un personaggio terzo, al quale lo spettatore non si avvicinerà mai emotivamente – se non attraverso il tentativo di Maria di comprendere i motivi più profondi del perché una madre possa uccidere i propri figli. Paura di sé e ossessione, sono le emozioni che conducono la narrazione, e sono riconsegnate con la ricostruzione di un mondo che mette continuamente alla prova le capacità materne di Maria. Proviamo il suo fastidio, il suo disagio, il suo desiderio di realizzazione professionale, fino ad empatizzare con lei.
Solo alla fine scopriamo di non aver mai conosciuto davvero Maria. Sono le ultime immagini del film che ci mostrano una panoramica a trecentosessanta gradi sul personaggio e forse sono anche quelle che mettono maggiormente in discussione le emozioni che siamo indotti a provare durante la visione del film.