#RomaFF19: L’Amica Geniale 4 – Storia della bambina perduta, la recensione della serie di Laura Bispuri

L'amica Geniale 4 recensione serie di Laura Bispuri Dasscinemag

« Era davvero cambiato tutto, o io non ero pronta a ricongiungermi con il mio passato? ». Risuona come un grido, una richiesta d’aiuto la voce di Alba Rohrwacher, nelle prime immagini de L’Amica Geniale 4 – Storia della bambina perduta (trailer), i cui primi due episodi sono stati presentati fuori concorso alla diciannovesima edizione della Festa del Cinema di Roma.

L’ultimo capitolo della serie tratta dai bestseller di Elena Ferrante vede la protagonista, Elena Greco (Alba Rohrwacher), affrontare le conseguenze delle sue scelte precedenti. Accogliere una nuova incognita, la decisione di abbandonarsi all’amore per Nino Sarratore (Fabrizio Gifuni), nell’equazione già precaria della convivenza tra i ruoli di madre e scrittrice diventa per lei una nuova sfida. Un costante giro di roulette russa, dove in palio c’è la definizione di una donna moderna, ma anche la resa dei conti con una sé da cui è scappata e a cui pensava di non dover tornare.

Lila (Irene Maiorino) la segue come un’ombra, misteriosa, da una Napoli che la attira a sé, come un’amante sedotta e abbandonata che ora richiede un confronto. L’amicizia tra le due, in questi primi minuti, diventa per Elena un monito, un richiamo all’ordine che arriva, inaspettato, in un’esperienza di sregolata libertà, forse la prima della sua vita, cullata dalla passione per Nino. 

La direzione di Laura Bispuri accentua la co-dipendenza delle protagoniste: due facce della stessa medaglia, ordine e disordine che cercano affannosamente un equilibrio in due vite opposte e complementari.

I temi fondanti della produzione ferrantiana sembrano qui declinati nella loro versione più matura e dolorosa: il rapporto tra madri e figlie che viaggia tra le generazioni, lo scontro tra uomo e donna, il tentativo costante del maschile di plasmare il femminile e la lotta per sovvertire le tradizionali aspettative. La forza dirompente dell’amore, in tutte le sue forme, che dilania e guida ogni scelta. La linea tra bene e male è sottile, confusa, invisibile. Tutti i personaggi, in continua evoluzione, contribuiscono a creare un affresco nella realtà di un mondo in movimento. Nessuno sembra gridare più forte degli altri, ogni cambiamento interiore diventa fondamentale per restituire una sfumatura diversa.

L'Amica Geniale 4 recensione serie Laura Bispuri DassCinemag

Una delle particolarità di questa stagione è il rinnovamento completo del cast, necessario per il coerente progredire nel tempo della storia. Alba Rohrwacher, già voce narrante delle stagioni precedenti, riprende il lavoro fatto da Margherita Mazzucco, ma restituisce a Lenù la pacatezza e l’incertezza dei movimenti, la sensazione soffocante di non vedere più i margini delle cose come le si conoscevano prima e assistere al proprio mondo che cambia forma senza poter fare niente per fermarlo. La somiglianza tangibile tra Gaia Girace e Irene Maiorino è apparentemente la motivazione vincente nella scelta per il personaggio di Lila: in realtà sono gli occhi, che mostrano l’ambiguità della tenerezza dell’amicizia mescolata ad un profondo orgoglio e risolutezza di donna plasmata dalla vita, che però nasconde una profonda crepa. Fabrizio Gifuni prende magistralmente in eredità Nino Sarratore, magico affabulatore nella vita pubblica e in quella privata, nel momento più difficile, in cui svela ad Elena il suo vero e brutale volto. Un umano eroe tragico in balia degli errori, delle bugie e del destino che era stato di suo padre. Proprio come ogni tassello di questa storia.

Nella narrazione si specchiano, come delle profezie, le parole di Elena Ferrante: la sceneggiatura di Saverio Costanzo, Laura Paolucci e Francesco Piccolo riprende, citando testualmente, molti dei passaggi della versione di carta, quasi a voler ricostruire la difficile e viscerale ricerca delle parole adatte per descrivere lo strato più buio e informe dell’animo umano.

Il passato riemerge, il presente interroga e il futuro è senza risposta. Non avere la possibilità di vedere l’intero prodotto, in uscita prossimamente su Rai 1, non permette di tracciare un quadro completo della vicenda, che si prospetta come la più disturbante tra le trasposizioni. Ma forse la bellezza sta proprio in questo: non avere fretta, avere il coraggio di voltare la pagina e scoprire, istante dopo istante, quale terremoto sconvolgerà le nostre vite, sullo schermo e nella realtà.

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