Dalla sedicesima edizione della Festa del Cinema di Roma arriva Dear Evan Hansen (trailer), il nuovo film di Stephen Chbosky, tratto dall’omonimo spettacolo di Broadway, ed è la storia del giovane liceale Evan Hansen (Ben Platt), un ragazzo profondamente afflitto da problemi d’ansia e depressione che è trascinato in una situazione a dir poco drammatica.
Quando una sua lettera indirizzata a se stesso, parte del suo percorso di terapia, finisce nelle mani di Connor Murphy (Colton Ryan), la vita di Evan è completamente stravolta: si ritrova nelle condizioni di avere tutto ciò che aveva sempre desiderato e non aveva mai avuto, ma il prezzo da pagare per ottenerlo è molto alto.
Gli adattamenti cinematografici di musical teatrali possono essere pericolosi per la differenza di medium d’arrivo e le scelte attuate per questo film non sono decisamente d’aiuto: come in ogni musical che si rispetti, quando le parole sembrano riduttive o impossibili da trovare, la musica arriva in aiuto. In questo caso però, i momenti canori non ben si incastrano nel racconto ed anzi, quasi lo estraniano. Le grandiose composizioni à là Broadway stonano completamente con il setting anonimo in cui la storia ha luogo, con un unico momento nell’intero film che vede un’armoniosa collaborazione fra musica, montaggio e coreografia d’attori.
Il film può bearsi di un cast stellare (Julianne Moore, Amy Adams, Danny Pino) la cui brillantezza è qui fioca, complice una scrittura forse un po’ adolescenziale. Nonostante ciò, il film riesce a creare un forte rapporto empatico con gli spettatori proprio per l’importanza dei temi affrontati, come la precarietà della salute mentale, il lutto, il suicidio, la percezione di sé. Tutto ciò con lo scopo di portare più luce possibile sulle problematiche della salute mentale, di chi le porta con sé vistosamente e di chi invece sa celarle.
Il problema più grande del film è l’incoerenza, di tono, di scrittura, di scelte narrative, e per quanto possa quindi gettare le basi di un rapporto duraturo con l’audience, è in realtà estremamente fragile. Il rapporto che si intesse fra Evan e Zoe (Kaitlyn Dever) varia in modo repentino, senza anticipazioni (anche se atteso da tutti).Non mancano anche momenti simpatici, grazie al personaggio di Jared Kalwani (Nik Dodani), il garante del comic relief che aiuta ad alleviare la tragicità della storia.
Tutto ciò che ci si aspetta solitamente in un musical è in questo caso disatteso. Dear Evan Hansen è penalizzato dalla sua stessa natura e se venisse liberato dai momenti che rendono il genere tale guadagnerebbe di efficacia.