Nel saggio Davanti al dolore degli altri Susan Sontag afferma come la società sia ormai anestetizzata dinanzi al dolore altrui, particolarmente quando viene espresso con le immagini, le fotografie, fedeli e altrettanto illusorie riproduzioni della realtà. Éric Warin che con Tahir Rana ha diretto Charlotte, il film d’animazione della selezione ufficiale alla sedicesima edizione della Festa del Cinema di Roma, ha affermato durante la conferenza stampa per il film la necessità di utilizzare tale genere cinematografico poichè talvolta l’animazione può esprimere ciò che la realtà non riesce a fare.
Charlotte Salomon è stata una giovanissima artista ebrea, nata in Germania, la cui breve vita è sfortunatamente avvenuta in uno dei periodi più incresciosi della storia umana. Un’esistenza costellata da sofferenze perpetue, dalla malattia dei cari e all’inspiegabilità del demone che possedeva le donne della sua famiglia. Il film è ispirato dall’opera dell’artista Life? Or Theatre?, una raccolta di più di mille dipinti, ritraenti gli eventi che l’hanno resa quale era e che hanno formato la storia della sua famiglia.
La Charlotte (la cui voce è data da Keira Knightly, nella versione inglese, e da Marion Cotillard in quella francese) di questo film non sarà associata al volto di un’attrice, ma diventa espressione di un sentire interno, nella semplicità e dolcezza dello stile del disegno: è astratta e non per questo meno reale. L’arte e i libri diventano moneta di scambio per Charlotte e Alfred (Mark Strong) nel loro reciproco conoscersi, così come la missione di vita di Charlotte aiuterà Alexander (Sam Claflin) a comprenderla e ad essere un marito che possa sostenerla in tutto e per tutto.
Quando si parla di film d’animazione c’è un fattore che rende il genere perfetto per affrontare tematiche importanti come, in questo caso, quella dell’Olocausto ed è l’associazione quasi pavloviana all’infanzia, alla genuinità che scaturisce dai prodotti indirizzati al pubblico più giovane. Il bombardamento mediatico di immagini provenienti da guerre, terrorismo, atti di violenza gratuiti e che sono ormai all’ordine del giorno, non trovano posto in questo film. Relegando i momenti più tragici in fuori campo è evidente l’intenzione di lasciar parlare i dipinti dell’artista che armoniosamente nascono sullo schermo.
Charlotte è un tenero e forte tributo alla memoria di una donna la cui espressione artistica era necessaria per la sua sopravvivenza, amante inattaccabile della vita, che fosse da essa ricambiata o meno.