Titolo originale: Moonlight
Regista: Barry Jenkins
Anno: 2016
Durata: 110 minuti
Nazionalità: Stati Uniti
Cast: Trevante Rhodes, André Holland, Mahershala Ali, Naomie Harris,
Categoria: Roma 11, Selezione ufficiale
Recensione breve:
Felicità, famiglia, identità. Chiron ne è alla costante ricerca fin dalla sua infanzia, bloccato nel ghetto di Miami in un’impasse fatta di droga e bullismo, discriminazione e violenza. ≪Cosa significa frocio? Io lo sono?≫ si chiede il protagonista ancora bambino, non riuscendo a comprendere/accettare la propria sessualità. Prima ancora che abbia la possibilità di prendere coscienza di sè è la comunità in cui vive a dargli una risposta, imponendogli una categorizzazione che ne segna il destino. Moonlight, secondo lungometraggio del regista Barry Jenkins dopo Medicine for Melancholy, affronta l’evoluzione del protagonista strutturandosi in tre atti che rappresentano tre fasi della sua vita: infanzia, adolescenza ed età adulta. A dare il titolo ai tre atti sono i diversi nomi con cui Chiron è chiamato nel tempo (Little, Chiron e Black), sottolineando così la frammentazione della sua soggettività e il progressivo avvicinamento ad una piena autoconsapevolezza. Coraggiosa la scelta del Direttore Artistico Antonio Monda di aprire la Festa del Cinema di Roma con un film come Moonlight, che dopo la frattura di #Oscarsowhite e gli scandali sessuali del regista di The Birth of a Nation Nate Parker, si candida prepotentemente come film del riscatto afroamericano per la corsa agli Oscar.