È in libreria dal 30 giugno per Sagoma il libro Rino Gaetano e il regno di Salanga – Una biografia in autostop scritto dall’attore teatrale Angelo Sorino. Il volume, come tutti quelli pubblicati da Sagoma, vuole essere una narrazione divisa a metà tra l’indagine saggistica e la biografia artistica. Impreziosito da un’accurata ricostruzione delle fonti d’epoca e da una moltitudine di interviste originali agli artisti che hanno collaborato con il cantautore calabrese (come Nicola Di Bari), il libro è comunque una divertita panoramica sui mondi paralleli toccati da Rino nell’arco della sua (breve) vita e carriera. C’è spazio per tutto, dal Rino Gaetano “politico”, a quello del teatro, delle dichiarazioni mordaci rilasciate nelle interviste. E poi c’è il cinema. <<Rino era un appassionato di cinema e ne parlava sempre con grande entusiasmo>> leggiamo, <<amava e stimava Ennio Morricone e aveva intenzione, prima o poi, di ritirarsi e di scrivere solo musiche per le colonne sonore dei film. Coltivava il sogno di fondare una sua etichetta discografica dove potessero crescere i talenti del futuro>>. Marco Mori, suo caro amico, racconta invece dei loro pomeriggi trascorsi al Cinema Rialto e della passione che nutrivano per la Nouvelle Vague e Pietro Germi, “regista scomodo” nelle parole di Mori.
Ma Il regno di Salanga vuole essere anche più di una semplice “vita-morte-miracoli di un mito che tutti amiamo alla follia”. Perché ha il sapore di una biografia definitiva sull’artista in pieno “stile Alberto Anile” (il più grande storico di cinema italiano vivente). E Sagoma (capitanata da un fin troppo sveglio bookman come Carlo Amatetti) non è nuova a biografie simili (basti pensare a quella su Nino Manfredi di Andrea Ciaffaroni che ancor di più si presta al gioco).
Attraverso la scansione discorsiva tutt’altro che canonica il libro riesce a rendere meno scontato del solito il profilo biografico del cantautore crotonese. Tra le pagine di Sorino c’è anche un obiettivo più preciso: quello di riabilitare tutti i brani meno conosciuti di Rino, eclissati dalla “mainstreamizzazione” di quelli più noti, ormai ridotti a monconi per discoteche da molto tempo a questa parte. Rino è molto più di Gianna, Ma il cielo è sempre più blu, A mano a mano e Nuntereggae più… ma soprattutto la sua way of life era ben diversa da quella che abbiamo visto nella dimenticabile e volgare fiction Rai del 2007 interpretata da Claudio Santamaria.
Il titolo trae spunto da un episodio di vita riportato nell’introduzione. <<Un giorno, mentre passeggiava con un’amica sulla spiaggia, a un certo punto si fermò e, chinandosi sulla sabbia, circoscrisse con un bastoncino un’area dove camminavano alcune formiche: “Questo è il mio regno”, le disse, “e questi sono i sudditi. Sai come si chiama? Salanga>>. Scrisse all’interno del cerchio la parola Salanga e le spiegò: <<Sal-An-Ga: Salvatore, Antonio, Gaetano>>. Certo, per questo volume non sarebbe stata male un’affettuosa prefazione da parte di qualche artista che ha toccato o, più semplicemente, sfiorato Rino. Magari Anna Oxa, che con il cantautore ha inciso due formidabili duetti nel 1981, (Il leone e la gallina e Ad esempio a me piace il Sud) pochi mesi prima della tragica scomparsa nell’incidente su Via Nomentana. Vedere introdotto questo arguto volume dai ricordi della cantautrice italoalbanese sarebbe stato bellissimo, vista l’elettrica potenza di quei duetti rimasti inediti fino al 2008. Che ci sia ancora tempo per la ristampa? Everything’s possibile…