The “Schwifty” is back. La prima parte della quarta stagione di Rick and Morty è disponibile su Netflix (qui il trailer). Non si ha ancora una data precisa per l’arrivo della seconda metà di stagione, quindi non si può far altro che aspettare e godersi questi primi cinque episodi.
Ogni episodio è autoconclusivo e con una storia propria. Non è ancora possibile intravedere quel filo narrativo che unisce gli episodi come nelle stagioni precedenti, ma è probabile che inizierà a palesarsi verso gli ultimi episodi per consentire il passaggio del testimone alla stagione successiva mantenendo una continuità narrativa o un cliffhanger finale. Intanto però la sua assenza permette di godersi appieno la genialità creativa di ogni episodio propria di Justin Roiland e Dan Harmon, i due creatori della serie.
Ogni episodio di Rick e Morty è sempre stato caratterizzato dalle varie citazioni e dai molteplici riferimenti ad altri film, serie tv, opere letterarie e così via. Ebbene in questi cinque episodi tutto questo è ancora presente e la miriade di miscugli narrativi citazionisti raggiunge vette elevate. Le due linee narrative presenti ad ogni episodio vanno ad incrociarsi con gli scenari più impensabili contribuendo a dare risultati meravigliosi. Già ogni titolo di ogni episodio contiene una citazione ad un film:
Edge of Tomorty: Rick Die Rickpeat, ovvia deriva di Edge of Tomorrow: Live Die Repeat (in italiano con il titolo di Edge of Tomorrow: Vivi muori ripeti). The Old Man and the Seat, dal film The Old Man and The Gun. One Crew over the Crewcoo’s Morty, deriva da One Flew Over the Cuckoo’s Nest (il famoso Qualcuno volò sul nido del Cuculo). Claw and Hoarder: Special Ricktim’s Mortygioca col titolo di Law and Order – Special Victims Unit, la serie cult poliziesca e legale. Rattlestar Ricklactica è la parodia di Battlestar Galactica, famosa serie tv iniziata sedici anni fa.
Ovviamente il gioco tra i titoli e i riferimenti filmici non si protrae per forza nella trama di ogni episodio, ma fa da contorno ad una storia originale che mescola gli elementi più disparati. In tutta questa prima parte ci saranno riferimenti ad Akira, il famoso film d’animazione giapponese derivato dal manga omonimo, a Dungeons and Dragons, il celebre gioco di ruolo con cui Rick and Morty si incrocia anche in un originale fumetto uscito l’anno scorso, Ocean’s, la serie di film sulle rapine, Terminator, il film cult, e molto altro.
Justin Roiland e Dan Harmon dimostrano, ancora una volta, di saper giocare molto bene con la storia del cinema e con la cultura contemporanea, dando vita al loro universo immaginario fatto per la maggior parte di citazioni. Si potrebbe addirittura azzardare un paragone e dire che, ciò che Tarantino col suo citazionismo arriva a fare per creare e rimodellare film, a volte di serie B, ottenendo nuovi prodotti di culto popolare (ma piacevoli anche per l’Academy), i creatori di questa serie lo riescono a fare ma con obiettivi differenti. La loro chiave di lettura è decisamente più nerd, spassosa e umoristica, creando così dei prodotti che sono un compendio di storia cult e popolare, chiedendo proprio allo spettatore di divertirsi insieme a loro.
Detto ciò non si vuole insinuare che Roiland e Harmon abbiano le stesse capacità di Tarantino, ma in un contesto di critica dove il metro per misurare il livello di citazionismo non può che rifarsi al regista pluripremiato, il paragone calza a pennello e permette di riconoscere ai due padri di questa serie anche vari meriti artistici.
Questi cinque episodi vanno a scalare dai settanta promessi da Adult Swim con il rinnovo della serie, ma una cosa è certa, se il livello di qualità resterà quello a cui siamo stati abituati finora, potremo aspettarci molte nuove sorprese e certamente una ottima serie che resterà negli annali come una delle produzioni più innovative tra le serie tv.