Il 2 marzo del 2012 esce nelle sale cinematografiche statunitensi Project X – Una festa che spacca (trailer), prodotto da Todd Phillips e prima opera del regista Nima Nourizadeh. Il film va oltre la facile etichettatura da teen movie ed è destinato a divenire un cult. I protagonisti della storia sono Kub (Thomas Mann), Costa (Oliver Cooper) e J.B. (Jonathan Daniel Brown), tre ragazzi bollati come sfigati dai compagni di scuola. Nella speranza di ribaltare la situazione e accrescere la propria popolarità, i tre organizzano una festa a casa di Kub approfittando dell’assenza dei suoi genitori. Però Costa ha la malsana idea di invitare quanta più gente possibile, servendosi di internet e della radio per spargere la voce. La serata inizialmente sembra procedere con tranquillità, ma ben presto sfocerà in un delirio incontrollabile, riunendo in un solo luogo più di duemila persone, con nani, lanciafiamme e cani volanti inclusi.
Esilarante ed intelligente debutto alla regia di Nima Nourizadeh che con questo film mette in gioco una serie di tematiche apparentemente mascherate dalla natura comica dell’opera. Oltre ad aver dimostrato una grande abilità nel far dialogare originalità narrativa e scatenato intrattenimento, il regista ritrae alcuni dei conflitti che gravano sulla società contemporanea e soprattutto sui giovani. La sceneggiatura di Matt Drake e Michael Bacall riesce a delineare una generazione che pare allo sbando, ma che in realtà vuole reagire e farsi sentire. Le scene finali, quando ormai la situazione sfugge di mano ed è imminente l’intervento delle forze dell’ordine, lo dimostrano.
Alla fine il tutto appare come una vera e propria rivoluzione. È ritratta una generazione irriverente, affamata di sesso e senza ideali (antesignano di Euphoria?), ma che necessita di ribellarsi ricorrendo ad un party che finirà fuori controllo. Il mondo degli adulti è raffigurato infatti attraverso un falso perbenismo che viene contrastato di continuo: si assiste addirittura a momenti in cui gli stessi genitori bollano i propri figli dei losers. Ciononostante, non si escludono totalmente momenti in cui le diverse generazioni trovano un punto di incontro.
Quello che emerge da Project X – Una festa che spacca è anche una profonda riflessione sulla folle dinamicità che si acquisisce se si fa uso di Internet e dei media. Diffusasi la notizia del party a macchia d’olio, la situazione arriva a degenerare nell’assurdo e si fa incontenibile. Nel film presumibilmente si è nel 2012 e da questo periodo in poi è nota la pervasività di Internet e dei social e quanto il mondo digitale possa divenire incontrollabile, in parallelo con il progressivo sfacelo della festa. Lo stesso personaggio di Costa rimane interdetto vedendo le conseguenze dell’“innocua” propagazione mediale della notizia riguardante la festa.
Spostando lo sguardo all’esperienza visiva e narrativa Project X si dimostra altrettanto lodevole. Il film è costruito come un falso documentario. La strategia adoperata dal regista funziona grandiosamente e il montaggio è accorto. La narrazione procede per mezzo della telecamera che imbraccia Dax (Dax Flame), un ragazzo che si è unito ai tre protagonisti con il compito di documentare l’intera serata. Jump cuts e stacchi funzionano e si incastrano bene, riuscendo a giustapporre ogni momento esilarante nei tempi esatti. In aggiunta ai filmati di Dax assistiamo alle riprese effettuate anche dai cellulari dei ragazzi al party e solo raramente il film si concede una telecamera extradiegetica, esterna all’ambiente della narrazione. Il materiale finale, includendo i filmati dello stesso cast, ammontava a ben dieci ore di riprese.
Molte delle critiche mosse contro il regista hanno come punto in comune la denuncia alla semplice indifferenza e irrazionalità dimostrata dai giovani, proponendo una raffigurazione degli stessi animalesca e inutile. Sono giudizi che non tengono conto di quanto sopracitato e delle qualità narrative e di visione. Si è di fronte ad un atteggiamento dei giovani che non deve essere visto come mero appagamento dei propri istinti. Bisogna guardare oltre e racchiudere il film in un giudizio di più ampio respiro, lontano da simili conclusioni chiuse in se stesse, ripiene di una vena astiosa e diffidente che condanna a priori i party movies. Project X parla di ragazzi che vogliono sentirsi vivi, ma va ben oltre. Per concludere, è doveroso menzionare la colonna sonora che è destinata a fare storia e che include brani come Heads will roll degli Yeah Yeah Yeahs o The Next Episode di Dr. Dre e Snoop Dogg.