Il cinema ha regalato personaggi femminili memorabili sul tema della prostituzione, dalla forte presenza simbolica di Nadia in Rocco e i suoi fratelli, alla situazione degradante e ineluttabile, ma vissuta con agghiacciante accettazione, di Maddalena e Stella in Accattone (solo per citarne alcune nel caso italiano). Nel film Pleasure (trailer), invece, ritroviamo una ferma volontà di arrivare al successo tramite l’utilizzo del proprio corpo. Gli esempi qui citati, apparentemente lontani anche dall’anno di realizzazione, hanno un punto che condividono e che potrebbe accomunarli: la voglia di riscatto da parte della donna.
Pleasure narra la corsa verso il successo di una ragazza svedese di nome Linnéa (Sofia Kappel), poco più che ventenne. Sotto pseudonimo di Bella Cherry, la protagonista si trasferisce a Los Angeles con l’obiettivo di diventare la prossima star nell’industria pornografica. Condividendo questo suo percorso con altre tre amiche e con una volontà infiacchita da un’iniziale titubanza, Bella sarà costretta a mettere in discussione le proprie amicizie e farsi schiava di un’industria tutt’altro che egualitaria.
Riprendendo i temi trattati nel suo omonimo cortometraggio del 2013, Ninja Thyberg firma un’opera che mette in chiaro tutti i retroscena del mondo del porno. La regista si avvale frequentemente di scene abbondantemente esplicite, avvalorando il film di una matrice provocatoria e dissacrante. Il lato positivo di Pleasure è proprio quello di sondare il dietro le quinte dello spettacolo pornografico, giocando con le aspettative del pubblico e facendo cadere stereotipi e tabù. Fino ad ora nella storia del cinema non c’è stato esperimento che si sia avventurato così in profondità. Però, in questo film non tutto è oro.
Nonostante la lodevole messa in luce delle perversioni umane che possono culminare anche nella faccia razzista dimostrata dall’industria pornografica, il film non si preoccupa di approfondire la conclusione del percorso intrapreso dalla protagonista. Faccia a faccia con un’industria fortemente machista, Bella apre le porte ad un moralismo troppo evidente e che non vede l’ora di farsi sentire: l’amicizia prima della carriera. Nonostante la dichiarazione della stessa regista di aver voluto lasciare un finale aperto a libere interpretazioni, gli ultimi minuti del film e la colonna sonora fanno intuire solo una cosa. Ci si sofferma sulla mortificazione della protagonista che per arrivare in alto ha sacrificato le uniche vere amicizie costruite fino a quel momento. C’è di più.
Da un film che può risultare “scomodo”, ma alquanto suggestivo già dai titoli di testa che alternano molteplici orgasmi a canti liturgici, la regista inciampa proprio sulle ragioni che l’hanno spinta a realizzare quest’opera. A prescindere dalle reali intenzioni dell’autrice, alcune scene, venate da una forte carica femminista, potrebbero essere fraintese (forse) e identificate come una mera critica alla nequizia maschilista nel mondo del porno. Al di là di questo, Ninja Thyberg ha dimostrato con Pleasure un grande coraggio come sua opera prima. Il film è arrivato ai grandi festival, e il tema del riscatto da parte delle donne che non lascia trapelare alcun segno di soluzione concreta regala una riflessione non banale.
Da non trascurare poi la performance della protagonista, attrice senza alcuna esperienza pregressa nel mondo dello spettacolo e la sola del cast a non lavorare realmente nell’industria pornografica. Nonostante ciò, Kappel ha regalato un’interpretazione formidabile. Uno spunto di riflessione che emerge dal film è inoltre quello legato alla figura delle attrici porno interconnessa con i social in rete. A riguardo, si può riflettere sul ruolo di Onlyfans, un social che sta acquisendo negli ultimi anni un peso sempre maggiore e sta rivoluzionando anche la figura della donna in questo versante. Lodevole la fotografia di Sophie Winqvist Loggins, semplice durante le esperienze quotidiane delle protagoniste, patinata e candida sul set.
Il film è su MUBI dal 17 giugno.