
Nel 1988 un giovane Pino Daniele, all’apice della sua carriera, cantava «vorrei rubare per un’ora qualche sorriso e qualche storia» col suo brano Schizzichea. Quali che siano i gusti di ciascuno di noi, a distanza di dieci anni dalla scomparsa del cantautore napoletano (nonché a settanta dalla sua nascita), è indubbio che la sua musica riesca ancora a strappare quei sorrisi tanto anelati e a essere viva, oggi come ieri. Una musica che innesta sonorità blues alla tradizione partenopea e che sembra quasi di poter percepire ancora oggi passeggiando per le vie di Napoli, città natia dell’artista, a cui egli sarà per sempre legato da un amore senza fine. Non si tratta di un banale cliché: Pino è Napoli e Napoli è Pino, e proprio attorno a questo viscerale legame Francesco Lettieri costruisce il suo nuovo documentario – Pino per l’appunto (trailer) – prodotto da Lucky Red, Grøenlandia e Tartare Film, in collaborazione con Netflix e TimVision.
Pino è un’operazione stratificata: Lettieri, affiancato in ogni fase del progetto dal giornalista e critico musicale Federico Vacalebre, ricostruisce il percorso di crescita ed evoluzione artistica di Pino Daniele, tratteggiando i confini della figura eclettica e sui generis che il cantautore è stato. Dal primo contratto firmato con la EMI fino all’esibizione con Eric Clapton, passando per l’ormai celebre concerto dell’81 che vide duecentomila persone riunite in Piazza del Plebiscito, le tappe fondamentali della storia di Daniele qui rievocate sono numerose. E a narrare il Lazzaro felice sono tanti artisti con cui ha collaborato, nonché amici di una vita: Tony Esposito sul lungomare, Rosario Jermano al bar, Enzo Avitabile al conservatorio, ma anche James Senese, Fiorella Mannoia, Vasco Rossi. Tanti volti, fatta eccezione per qualche nome, destinati a rimanere nell’ombra per tutto il documentario e a raccontare Pino solamente attraverso la propria voce, con una forte predilezione di Lettieri per le interviste vocali, quasi fosse il cantautore stesso – o la sua città – a raccontarsi per quanto ancor vivo ne è il ricordo.

Ma quello dell’artista poliedrico, apprezzato in tutto il mondo per il suo stile eclettico, è solo uno dei volti di Giuseppe Daniele, in arte Pino, e il regista sembra insistere proprio su questo. Grazie al prezioso contributo della Fondazione Pino Daniele che ha messo a disposizione di Lettieri e Vacalebre scatti privati, appunti personali e brani inediti, oltre ad immagini di repertorio, si è tentato qui di costruire una sensibile narrazione di un Pino Daniele nel suo privato, un uomo, ancor prima che un artista, che come chiunque è cresciuto, ha amato, ha sofferto, ha vissuto. Operazione ambiziosa ma che ha trovato la sua realizzazione in un misurato equilibrio tra la narrazione di sfide che Daniele ha incontrato nella sua vita – come la perdita della sorella o i problemi al cuore – e momenti più felici, senza cedere alle lusinghe di una drammaticità esasperata.
D’altra parte, Lettieri si allontana dalla standardizzazione del format documentaristico con una precisa volontà autoriale: l’inserzione di videoclip – o interludi, come li definisce lui stesso – di alcuni dei brani più famosi del cantautore, qui ascoltati integralmente, come Cammina Cammina o Allora sì. Sfruttando i testi dell’artista come vere e proprie narrazioni – Cammina Cammina è la storia di un anziano che vive nel ricordo della moglie defunta, Allora sì quella di un amore giovanile –, questi interludi si inseriscono come suggestioni cinematografiche nel documentario. Lungi dall’essere un puro vezzo artistico, da una parte tale scelta è un manifesto dell’impegno del regista da lungo tempo profuso nel panorama contemporaneo di videoclip musicali (Calcutta, Liberato); dall’altra è un tentativo di tradurre visivamente quella connessione emotiva che ancora lega Pino Daniele alle persone e alla città di Napoli, in un continuum atemporale in cui il messaggio della sua musica si fa universale.
Nella sua concisione (poco più di un’ora e mezza), Pino non ambisce ad essere un resoconto esaustivo della storia dell’artista: è piuttosto un omaggio alla vita di un uomo che con il suo sensibile sguardo ha saputo raccontare la sua città e la condizione umana in un modo semplice; una voce fuori dal coro che, proprio in virtù della sua spontaneità, ha saputo raggiungere il cuore di milioni di persone e continua a farlo ancora oggi.
Pino vi aspetta in sala dal 31 marzo al 2 aprile come evento speciale e su Netflix da luglio.