Pesaro, 21 giugno. In occasione del trentesimo anniversario di messa in onda del programma Fuori Orario – Cose (mai) viste, nato su Rai 3 nel 1989 da un’idea di Enrico Ghezzi, il Centro Arti Visive Pescheria ospita lo stesso Ghezzi e gli altri produttori della leggendaria trasmissione. Tra i presenti Sabrina Barletta, Fulvio Baglivi, Simona Fina, Stefano Francia Di Celle, Donatello Fumarola, Francesco Di Pace, Domenico Tassone, Roberto Turigliatto, organico che comprende autori di nuova e vecchia data. Pedro Armocida, chiamato a moderare, apre la girandola di interventi offrendo la parola a Roberto Turigliatto, che dal ’91 collabora con Fuori Orario: “ho vissuto le origini del programma, mai considerato solamente come un promotore di film, ma soprattutto come un luogo di integrazione tra cinema e televisione, che ha visto la luce spinto dalla nascita di una nuova cinefilia e da un atto di rottura nei confronti della critica tradizionale”. Qualche anno dopo, nel ’95, ad entrare nella redazione è Francesco Di Pace, che tiene a sottolineare l’importanza del discorso legato al tempo, in quanto la trasmissione “è fuori dall’orario canonico delle messe in onda, nella speranza di produrre un nucleo di idee diverse di cinema e repertorio, non limitandosi ad essere una struttura di programmazione collaterale”. Si allaccia al discorso Fulvio Baglivi, precisando che “dietro al programma c’è una passione che è svincolata dalla necessità di fare share, offrendo un servizio limpido nei confronti dello spettatore “. Arricchisce la visione collettiva su Fuori Orario anche Stefano Francia Di Celle, sottolineando la rilevanza che ha avuto la “libertà nello sperimentare e di cadere anche nell’errore, che tramite la nostra vocazione per il lavoro di ricerca del materiale e di dialogo con gli operatori del settore, permette ad opere anche sconosciute di diventare visibili”. Tra gli autori di più recente ingresso nella produzione figura Simona Fina, la quale ricorda “la centralità di Fuori Orario nella formazione e nella crescita di intere generazioni”. Ad essere riconosciuta di estrema importanza da tutti i presenti è l’esistenza di “un’interazione e gioco tra materiali dalla natura diversa, che vengono accostati in un fertile incontro di realtà apparentemente distanti”, utilizzando le parole di Donatello Fumarola.
Commossa e calorosa reazione del pubblico quando ad intervenire è il fondatore Enrico Ghezzi: “il cinema mi ha lasciato completamente libero, libertà sfruttata realizzando un programma che ci permetteva di fare ciò volevamo con ciò che potevamo. In fondo del cinema è meglio non parlare, dal momento che a parlare è la nostra vita”. La conclusione, però, è stata amara, in quanto Ghezzi ha dichiarato che a breve riceverà dalla Rai una lettera di pensionamento per raggiunti limiti di età che porrà fine alla carriera di una delle più importanti figure della televisione culturale degli ultimi trent’anni.
Fuori Orario – Cose (mai) viste è presente alla Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro, con la quale rinnova un sodalizio ormai storico, proiettando con uno sguardo volto al futuro alcuni film non andati mai in onda: “Il Sogno Dell’India 40 Anni Dopo” di Tonino Bernardi (2015), “Garoto” di Julio Bressane (2015), “L’Aquarium et La Nation” di Jean-Marie Straub (2015), “Chant d’Hiver” di Otar Iosseliani (2015) e “Waiting” di Amir Naderi (1974).