Come nasce una storia d’amore?
Nel caso di Connell e Marianne, protagonisti della splendida serie televisiva Persone normali, sboccia nascosta dagli occhi di tutti, in segreto. Probabilmente sul letto di lui, oppure durante una partita di rugby, sicuramente non davanti a tutti. La loro relazione inizia attraverso pochi scambi di parole ma con un’assidua ricerca del corpo voluttuoso dell’altro. Parole che spesso, negli anni a venire, non verranno mai pronunciate: celate da un’incomunicabilità che ha origine proprio da quel rapporto inconfessabile che li unirà per tutta la vita. Una segretezza dovuta alle eventuali considerazioni e giudizi che gli studenti e la piccola contea irlandese di Sligo potrebbero avere su di loro come coppia: lei ritenuta una psicopatica con poco fascino, lui invece lo studente modello amato da tutti. Due estremi opposti e incompatibili, anche nella visibile differenza di classe sociale e condizione economica delle loro rispettive famiglie: la madre di Connell lavora come signora delle pulizie nella villa della famiglia di Marianne.
Connell arrossisce spesso e lei glielo fa notare; Marianne gli rivela tutto su di lei. I due si caratterizzano a vicenda, ma solo quando sono insieme, specialmente sdraiati su un letto. Vogliono preservarsi dalle opinioni della piccola cittadina, che non può capirli, però senza mai riuscire ad affermare cosa desiderano per le loro vite e per il loro rapporto.
“Pensavo di poterti leggere nella mente sai? / Al letto forse. / Pensavo fosse normale.”
Il non parlare mai chiaramente dei loro desideri, se non durante il sesso, li porterà a dividersi e poi ritrovarsi attraverso una narrazione frammentata, bilanciata da una scrittura eccezionale e una regia quanto più realistica possibile. Persone normali ritrae momenti chiave del rapporto laddove sembra esserci un’apertura dell’uno verso l’altro. La storia compie salti temporali di interi mesi, non preoccupandosi della linearità cronologica, ma seguendo la linea tracciata dai loro sentimenti, da quello che provano durante vari periodi della loro vita.
Dal liceo si passa all’università e da Sligo alla caotica Dublino dove un inevitabile ribaltamento delle situazioni segna un ulteriore evoluzione dei due. All’università la differenza di classe è ancora più marcata, si vive un nuovo tipo di solitudine dovuta alla città e affermarsi come studente è all’ordine del giorno. Ed è in questa seconda parte che la serie approfondisce i suoi meccanismi narrativi, sperimentando, spezzettandosi tra momenti di gioia e sofferenza, ritraendo l’individuo e la coppia. Un ritratto sulla solitudine, sulle difficoltà universitarie, dove “la gente parla” e si passano intere giornate in biblioteca a preparare esami.
Adattata dal pluripremiato e delicatissimo libro della giovanissima Sally Rooney, Persone normali è una boccata d’aria fresca. La stessa Rooney collabora con Alice Birch (sceneggiatrice di serie come Succession) per ritrarre in modo realistico, intimo e implicito concetti convenzionali che filtrati da uno sguardo minuzioso e intelligente ci appaiono totalmente nuovi. E anche voi, guardando la serie, vi accorgerete di situazioni che giudicherete probabilmente ovvie o che avrete sentito o provato in prima persona. È per questo che mi piace definire Persone normali come un’invisibile lente d’ingrandimento su quei meccanismi che si mettono in moto implicitamente nella nostra società e a cui forse diamo troppa poca importanza. E voler parlare dei tempi in cui viviamo attraverso una relazione privata, silenziosa e invisibile si trasforma inevitabilmente in un urlo incoraggiante all’amare nonostante tutto e tutti, senza però escludere il dolore del dover lasciare andare e tirarsi indietro.
Daisy Edgar-Jones (Marianne) e Paul Mescal (Connell) sono straordinari, vederli insieme è qualcosa di totalmente affascinante e commovente. Il lavoro fotografico e scenografico è impeccabile, così come la regia di Lenny Abrahmson (Room, Frank) e Hettie Macdonald (Beautiful Thing, Doctor Who) che rendono ogni luogo vivo e pulsante, mai mero sfondo. Per non parlare del loro sguardo consapevole e sicuro sul corpo dei due attori nelle moltissime, ma per nulla superflue, scene di sesso. Corpi coordinati in modo ineccepibile e consapevoli della loro enorme espressività fatta di gesti, movimenti e sguardi.
Persone Normali è un’adattamento impeccabile. È una serie televisiva struggente e necessaria, in grado di inquadrare la società in cui viviamo e consapevolizzare i suoi spettatori incoraggiandoli ad andare contro ciò che non ritengono giusto. E il rapporto di Connell e Marianne, indipendentemente da ciò, rimane una storia d’amore bellissima, fatta di due persone, appunto, normali che si ritrovano a vivere in contesti differenti senza però poter fare l’uno a meno dell’altro. L’importante è rimanere uniti nonostante tutto, adattarsi alle diverse situazioni, toccarsi e guardarsi senza essere limitati da nessun costrutto sociale.
“Non è così per le altre persone. / Penso andrà bene per noi due.”
Riuscire ad esternare quello che si prova senza lasciarsi sopraffare da ciò che pensa e si aspetta la gente, ma trovare il coraggio di far vivere i sentimenti, farli respirare, mostrarli e mantenerli vivi. Perché non c’è cosa più importante che amare.