Ni una más, la recensione della nuova serie Netflix

Ni una más (trailer) è il titolo della nuova serie arrivata, dalla Spagna, sulla piattaforma streaming Netflix il 31 maggio, basata sul romanzo omonimo di Miguel Sáez Carral. Una serie di forte impatto che trasporta sullo schermo la violenza sessuale e le sue sfaccettature.

Ni una más inizia con un salto in avanti. Alma (Nicole Wallace), la protagonista, è stata stuprata. Si ritorna poi a quattro mesi prima. È la storia personale di Alma, una ragazza di diciassette anni che sta vivendo uno dei periodi più contorti e delicati della vita: l’adolescenza. Questa fase è spesso definita come un “periodo di transizione”, un passaggio critico dall’infanzia all’età adulta.

Alma frequenta le superiori, non riesce ad essere costante a scuola e rischia di ripetere l’anno. Ha un rapporto tormentato con i genitori, in particolare con il padre che si rivela essere un uomo molto severo. È una ragazza in piena crisi adolescenziale, beve e fuma, scappa di casa per ribellarsi alla realtà. Disobbedisce e trasgredisce le regole, sempre alla ricerca della propria identità. Le uniche persone ad affiancare Alma nelle sue esperienze sono Berta (Teresa de Mera) e Nata (Aicha Villaverde), sue amiche, anche loro diciassettenni. Durante gli otto episodi, che compongono la nuova serie spagnola, vengono a galla le particolarità caratteriali di ognuna di loro. Si tratta quindi una serie del tutto corale. Le storie delle protagoniste sono intrecciate, accomunate da un dolore che ognuna di loro affronta diversamente secondo la propria personalità.

Ni una más è molto più di un semplice teen drama. Attraverso lo scorrere degli episodi si pongono all’attenzione diversi temi d’attualità: violenza sessuale e psicologica, molestie, revenge porn. Questi problemi emergenti influenzano profondamente l’adolescenza degli adolescenti. La violenza sessuale, tema centrale della serie, può assumere diverse forme, inclusi lo stupro e l’abuso psicologico e fisico. Gli effetti, come narrato nella stagione, possono essere devastanti, portando a problemi di salute mentale gravi.

La serie, così come il romanzo, non è tratta da fatti realmente accaduti. Nonostante ciò, si possono riscontrare diverse analogie con la storia di Daisy Coleman e Chanel Miller (non a caso nella serie i cognomi sono stati scelti da Alma per creare il nuovo account di Instagram: @Iam_colemanmiller). La loro vicenda è ormai nota, tanto da essere trasposta in un documentario con il titolo Audrie & Daisy, disponibile sempre su Netflix: la storia di due adolescenti vittime di violenze sessuali, all’età di quindici anni, da parte dei loro coetanei delle scuole superiori.

I dialoghi ben scritti e l’interpretazione degli attori riescono a rendere la veridicità di ciò che quotidianamente accade a centinaia di ragazze adolescenti. Ni una más è il ritratto di una generazione, un focus chiaro sui disagi adolescenziali. Il titolo fa proprio riferimento alla speranza che non succeda più a nessun’altra, non una di più appunto. Il titolo inglese Raising voices invece, si riferisce al far sentire la voce, un grido d’allarme contro le ingiustizie subite.

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