
Quando si prova a realizzare un grande colpo i pericoli sono sempre dietro l’angolo. La buona volontà e la preparazione talvolta non sono sufficienti a frenare le incognite del destino, perciò è facile che si presentino delle complicazioni impreviste, ma d’altronde fa parte del gioco quando si fa un mestiere ad alto rischio. Sono parole che si potrebbero legare non solo alle vicende in cui è nuovamente coinvolto il rapinatore infallibile Donnie Wilson (O’Shea Jackson Jr.), bensì anche alle disavventure produttive vissute dal regista e sceneggiatore della pellicola Christian Gudegast.
Quest’ultimo ha dovuto attendere quasi sette anni, dopo il discreto successo del primo capitolo del 2018, affinché Nella tana dei lupi 2 – Pantera (trailer) riuscisse a vedere la luce. La produzione del film ha infatti subito numerosi ritardi e interruzioni, dovuti in primo luogo allo scoppio della pandemia nel 2020 e in seguito all’infortunio al ginocchio procuratosi da Gerard Butler, che qui torna a vestire i panni dell’agente “Big” Nick O’Brien. Inoltre, l’invasione russa in Ucraina del 2022 e la conseguente migrazione dei rifugiati in Serbia e in Croazia ha mandato a monte il piano di girare in questi paesi, vista l’impossibilità di trovare alloggi per ospitare la crew. Come se non bastasse, una fluttuazione del tasso di cambio ha fatto spostare le riprese dalla Francia a stati con detrazioni fiscali più favorevoli, come l’Inghilterra e le isole Canarie. Dulcis in fundo gli scioperi dei sindacati statunitensi SAG-AFTRA e WGA del 2023, che hanno con ogni probabilità rallentato ulteriormente la produzione.
Al di là dell’odissea legata alla realizzazione della pellicola, dopo gli eventi del primo capitolo Donnie Wilson torna per un nuovo incredibile colpo, questa volta aiutato da una diversa banda di esperti criminali, i quali si definiscono le “Pantere”. L’obiettivo è ambiziosissimo: svaligiare un caveau all’interno del World Diamond Center di Nizza, la più grande borsa di diamanti del mondo. Sorprendentemente a unirsi a loro è anche la vecchia conoscenza di Donnie, lo stravagante poliziotto dai metodi anticonvenzionali Nick O’Brien, il quale ha definitivamente abbandonato la via della legge.

Delle nuove introduzioni nel cast nessuno spicca particolarmente, nemmeno i connazionali Salvatore Esposito e Fortunato Cerlino, rispettivamente nei panni della “Pantera” balcanica Slavko e del mafioso italiano Zamba, i quali interpretano varianti piuttosto anonime di ruoli in linea con quelli che li hanno resi celebri in passato. Per quanto riguarda uno dei principali difetti del primo film, vale a dire la confusione in alcuni passaggi narrativi, questa viene qui attenuata e resa più digeribile. Diversa la questione della scarsa caratterizzazione dei personaggi, che a distanza di tempo risulta ancora una volta troppo superficiale. I due protagonisti continuano a essere sagome senza eccessivo spessore: se da un lato rimane difficile non provare repulsione e fastidio nei confronti dell’agente machista e sopra le righe interpretato da Butler, dall’altro si rivela assai semplice constatare l’assenza del carisma necessario nel genio dei furti di O’Shea Jackson Jr. Un elemento di novità riguarda l’inserimento di alcune scene di stampo comedy e di dinamiche da buddy movie, le quali però si esauriscono in momenti di umorismo infantile poco riusciti.
La regia di Gudegast si dimostra invece più matura e coinvolgente, riuscendo ad orchestrare scene action di buon livello e una costruzione della tensione tutto sommato efficace nei momenti più ansiogeni della vicenda, in special modo quelli che riguardano il già citato colpo. Ciononostante quest’ultimo viene rappresentato sfruttando semplificazioni e omissioni narrative che evidenziano ancora una volta la scelta conservatrice di una scrittura fin troppo vaga, la quale posiziona inevitabilmente il film al di sotto delle migliori pellicole con cui condivide il genere. Anche per questa volta Gudegast non si lascia sfuggire l’occasione del colpo di scena, che tuttavia non riesce a suscitare l’impatto desiderato come accadeva esattamente nel capitolo precedente. Il risvolto inatteso è vittima dello scarso sviluppo introspettivo dei personaggi, oltre che di fondamenta che si reggono a fatica su presupposti narrativi traballanti in termini di plausibilità.
Il finale apre dichiaratamente le porte a un ulteriore sequel, che sembrerebbe essere già in lavorazione. Che stavolta l’attesa sia breve o di lunga durata il rischio è sempre quello di non accorgersene, nella speranza di un colpo che non sia di nuovo poco memorabile.
In sala dal 6 Marzo.