My Lady Jane, la recensione della serie su Prime Video

my lady jane, la recensione

Parlando di My Lady Jane, la nuova serie di Amazon Prime Video (trailer), si è più volte urlato alla beffa nei confronti del rivale Netflix: Bridgerton. Ma è solo questo?My Lady Jane è la nuova serie televisiva britannica disponibile su Prime Video da questo 27 giugno. Una commedia fantasy sentimentale, adattamento dell’omonimo romanzo che si estende per otto episodi. Nelle intenzioni delle due show-runner Gemma Burgess (autrice di Brooklyn Girls) e Meredith Glynn (The Boys) c’è l’intenzione di sviluppare una seconda stagione; il film stesso nel finale anticipa allo spettatore che la narrazione continua ed i drammi di palazzo non sono finiti qui, evidentemente stanno aspettando solo “l’ok” produttivo di Amazon.

La trama di My Lady Jane è ambientata del periodo Tudor, stando al narratore durante il 1500. Questa voice-over, che accompagnerà lo spettatore per tutte le puntate, ci spiega che la narrazione è di stampo ucronica-fantasy, ossia, che gli eventi narrati dalla storia hanno preso una piega differente da quella reale. Ad esserci raccontata è la vita di Lady Jane Grey, regina d’Inghilterra e d’Irlanda per nove giorni dal 10 al 19 luglio 1553, giorno in cui fu deposta con un colpo di stato e condannata a morte da Maria I. Non la Jane di Amazon, che ci propone uno storico “what if?” sulle sorti di questa sfortunata regina, ipotizzandone la sopravvivenza e affidandole la possibilità di scrivere il proprio destino.

La linea degli eventi principale è questa: Re Edward, figlio di Enrico VIII, è un ragazzo cagionevole e malato che si trova a fare testamento primo del tempo, nominando (nessuno spoiler in quanto evidente sin da subito) come erede al trono la sua amatissima cugina Jane. Questo provocherà l’ira di sua sorella Mary, legittima erede al trono per discendenza, in quanto primogenita, che tenterà di riprendersi la corona a tutti i costi. La linea storica si intreccia con quella fantasy attraverso una longeva guerra civile che vede coinvolti la popolazione degli etiani, uomini in grano di trasformarsi in animali, e quella dei veritiani, gente comune che teme i loro compaesani mutaforma. L’accanimento contro gli etiani parte dalla corona stessa che li ha da tempo esiliati lontani dalle mura della città.

Il sub-plot, ossia la storia d’amore, è basata sul classico cliché del fake marriage tra Jane (Emily Bader), giovane donna studiosa, appassionata di scienza e decisamente scaltra e Guilford Dudley (Edward Bluemel) , un sexy lord perdigiorno che passa la sua vita a “dormire” per poi girovagare tutta la notte per le taverne meno raccomandabili. Questo matrimonio, combinato dalla madre di Jane, ha ricevuto la benedizione del re in persona, tutti all’oscuro però di un oscuro segreto. Di fatto, solo dopo il matrimonio Jane scoprirà che Guildford è un etiano (un cavallo per l’esattezza) ma che non sa controllare i suoi poteri, trasformandosi ogni giorno in un animale e tornando umano solo di notte.

Il successo della serie deriva dal fatto che la produzione ha saputo giocare due carte vincenti: l’attualità dei contemporanei period dramas unendoli al genere fantasy. I primi stanno da un po’ saturando il mercato, di cui Bridgerton si fa capostipite, tutti caratterizzati da elementi ricorrenti: la forte dimensione romantica apertamente erotica, una società multi-etnica improntata sul politicamente corretto, pettegolezzi di corte e riferimento al panorama pop contemporaneo (attraverso elementi dall’impatto immediato come la colonna sonora, gli outfit ed il makeup). Tuttavia, non basta cavalcare la moda del momento per far parlare di sé, soprattutto visto che My Lady Jane non è la prima serie di questo tipo a sfidare “mamma” Bridgerton. Bisogna saper portare qualcosa di nuovo pur rimanendo nella comfort-zone della moda del momento, ed in questo Amazon non ha sbagliato il tiro.

Il passo in più che fa Prime Video rispetto alla rivale rossa, è quello di captare la mancanza di prodotti fantasy dal successo popolare sul mercato streaming. Decide dunque di coniugarlo con l’altro genere, con cui il fantasy va a braccetto: il period drama. Non bisogna confondersi, My Lady Jane non non è la prima serie fantasy ad apparire sui piccoli schermi negli ultimi anni, abbiamo altri famosi titoli come: The Witcher, La ruota del tempo e Tenebre e ossa.  Parliamo comunque di successi, ma che non rispecchiano sfortunatamente il gusto popolare, piuttosto fanno riferimento ad un pubblico, forse ormai di nicchia, che è il fan del genere. Non arrivando, dunque, ai numeri di una serie come Bridgerton.

Questa solida ibridazione è la chiave di volta del successo di Jane, insieme alla coloritura della sfacciata vena comica e l’aura fortemente erotica. Il tono alt-fantasy (ossia quando il fantasy è ambientato in una versione alternativa del nostro mondo, in cui la magia esiste sotto diverse forme) richiama immediatamente all’attenzione la generazione degli young adult, cresciuta a pane e Once upon a time, che dopo gli esperimenti più adolescenziali come Riverdale ritrova sullo schermo una dimensione più pura di un fantasy che vuole stare al passo con l’attualità.  

Là dove in molti hanno gridato alla satira, della, ormai rivale, Bridgerton, bisognerebbe piuttosto parlare di ispirazione. Prime Video ha tentato una silenziosa alleanza con Netflix provando a ricostruire la propria personale versione della corte di Lady Whistledown dove, oltre ai pettegolezzi, a non mancare è la magia e qualche testa tagliata.

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