Modello Netflix e modello Amazon Prime Video: le strategie pubblicitarie durante il Festival di Sanremo 2021

Il Festival di Sanremo 2021, come tutti gli anni, è uno – se non l’unico – dei programmi televisivi capace di far parlare di sé e oscurare (quasi) qualsiasi cosa succeda all’esterno. Alcune scelte ed episodi avvenuti durante le serate – che tralasceremo in questo articolo – hanno creato molte discussioni. Un argomento da approfondire che è stato oggetto di dibattito è l’uso della pubblicità. La pubblicità, in generale, è uno degli argomenti che crea più discussione sulla TV di Stato, non solo durante Sanremo. Durante il Festival di quest’anno, però, la cosa interessante di cui parlare è l’uso della pubblicità che hanno fatto Netflix e Amazon Prime Video, destinato a fare scuola e creare due possibili strade da percorrere.

Prendendo in considerazione solo gli spot andati in onda durante le cinque serate del Festival che pubblicizzano le piattaforme in generale (Netflix o Prime Video) e non i singoli prodotti (come, ad esempio, Il Divin Codino e Zero per Netflix) si possono individuare due strategie differenti.

Gli spot: Netflix vs Amazon Prime Video

La strategia pubblicitaria di Netflix sembra voler cavalcare l’onda dei grandi successi marchiati Netflix Original presenti sulla piattaforma.

Pubblicità Netflix: “Nulla unisce più di una storia”

Si vedono, in un montaggio appositamente studiato partendo da una scena di Stranger Things, scene di tutte le serie di maggior successo della piattaforma; in ordine (oltre Stranger Things): The Crown, Baby, The Midnight Sky, La Regina degli scacchi, Lupin, Cobra Kai, L’incredibile storia dell’Isola delle Rose, La vita davanti a sé, Black Mirror, Summertime, Narcos, Sex Education, Sotto il sole di Riccione, Suburra, Orange is the New Black, Bojack Horseman, La casa di carta, Unorthodox, Bridgerton e The Prom. Il tutto è tenuto insieme dalla canzone The NeverEnding Story cantata dai personaggi di Stranger Things.

Alla fine dello spot appare sullo sfondo iniziale la scritta: “Nulla ci unisce come una canzone. Nulla ci unisce come un’emozione. Nulla ci unisce come una storia.”

Amazon Prime Video, invece, adotta una strategia diversa.

Pubblicità Amazon Prime Video: “Vola Con Noi”

Parte da Giulia che scarica l’app di Amazon Prime Video per il suo tablet. Un mach-cut attraverso il “sorriso di Amazon” ci porta a bordo di un aereo pilotato dalla coppia Mara Maionchi-Fedez che iniziano ad intonare Nel blu dipinto di blu. A bordo di questo aereo ci sono numerosi celebrità (Carlo Verdone, Lillo&Greg, Cracco, The Jackal, Elio, Frank Matano, Caterina Guzzanti e Katia Follesa) pronte a lanciarsi con il paracadute per andare a casa di Giulia che ha scaricato l’app.

Durante il lancio i vari artisti continuano a cantare la canzone. In basso a sinistra poi vengono accennate le prossime uscite su Prime Video: LOL – chi ride è fuori, Vita da Carlo e Dinner Club.

I due modelli e “le altre”

Netflix nello spot non propone, in pratica, nulla di nuovo. Tutto è già presente sul catalogo, allo spettatore/cliente non resta che abbonarsi e troverà tutto presente su Netflix, non gli resta che scegliere, premere play e guardare. Amazon Prime Video, invece, punta sull’esperienza portata a casa degli spettatori e su volti noti al pubblico italiano. Confeziona un prodotto ad hoc pensato per essere trasmesso durante le serate del Festival che propone al futuro abbonato prodotti nuovi e a lungo termine.

Un’altra strategia, per riprendere lo spot anche sui social, adottata da Prime Video Italia è il commento in diretta alle serate del Festival su Twitter. La maggior parte dei commenti contenevano gif di prodotti audiovisivi presenti sulla piattaforma, come: The Office, Mr. Robot, Il Principe Cerca Figlio, ecc.; il tutto accompagnato dall’hashtag #VolaConNoi. A queste due piattaforme si aggiungono – meno bene – Disney Plus, che usa un modello misto Prime/Netflix (con Pirlo e Battiston che elencano il catalogo), e Rai Play, che usa un modello classico di fare pubblicità televisiva: presentando il catalogo con lo slogan “Molto più di quanto immagini”.

C’è chi ha paragonato quest’uso degli spazi pubblicitari durante Sanremo a quello che si fa negli Stati Uniti d’America durante il Super Bowl[1]. È molto interessante l’uso fatto dalle varie piattaforme streaming degli spazi pubblicitari che sta anche a rappresentare anche i vari modelli d’azione compiuti dalle varie piattaforme e l’uso che fanno degli spot. Tutto può essere rappresentato dal tradurre in domanda un classico proverbio: meglio un uovo oggi o la gallina domani?

Quale sarà il modello vincente?


[1] https://www.gqitalia.it/show/article/netflix-spot-sanremo-come-fosse-super-bowl

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