Un giorno tutto inglese quello che ha accolto Martin Freemann a Lucca, piovoso come una classica giornata londinese ma addolcito dalla sinuosità delle forme dell’antica città di Lucca. In un vecchio convento si è tenuto l’incontro stampa con l’attore inglese in occasione del Lucca Film Festival – Europa Cinema 2018.
Freeman è sicuramente un volto popolare molto caro al pubblico giovane, in prevalenza noto per essere il Dr. Watson di Sherlock, la versione giovane dell’hobbit Bilbo nella saga di Peter Jackson basata sulle opere di Tolkien ed uno dei pochissimi attori bianchi del blockbuster Black Phanter che da pochi giorni ha ufficialmente battuto Titanic al botteghino. Freeman si è trovato a Lucca per presentare il suo nuovo film Ghost Stories, un tradizionale horror inglese, molto coerente con la gloriosa scuola della Hammer Film e dei lungometraggi antologici del terrore come l’immortale Dead of Night – Incubi notturni girato nel 1945 da Alberto Cavalcanti, Charles Crichton, Basil Dearden e Robert Hamer.
Il film, scritto e diretto da Jeremy Dyson ed Andy Nyman si basa sullo spettacolo teatrale dal titolo omonimo, messo in scena dal 2010 al 2014 in diversi teatri londinesi, l’ultimo fu l’Arts Theatre scelto per chiudere le rappresentazioni perché ubicato davanti ad un famoso monumento dedicato alla scrittrice Agatha Christie. La struttura di queste opere horror antologiche è molto famosa e come modello è stata ripetuta molte volte in giro per il mondo tanto al cinema quanto in teatro, in Italia merita di essere ricordato il film I tre volti della paura di Mario Bava ed il progetto europeo Tre passi nel delirio ispirato ai racconti di Edgar Allan Poe e diretto da Federico Fellini, Louis Malle e Roger Vadim. Lo scorso anno, al Teatro Vittoria di Roma, è stata messo in scena un modello latino americano di Eduardo Altan interpretato per l’occasione dall’icona del cinema degli anni 70′ Gianni Garko (Sette note in nero di Lucio Fulci e la serie western di Sartana) intitolato Non aver paura…è soltanto uno spettacolo.
Per Freeman il cinema di genere è uno strumento prezioso per comunicare a un pubblico non necessariamente colto contenuti ed informazioni di qualità morale e perfino politica ed una componente ormai imprescindibile del tessuto culturale della società. I due film che lo hanno spinto alla scelta di intraprendere la carriera di attore sono stati Psycho di Alfred Hitchcok, il classico di George Lucas, Star Wars del 1977 e Bugsy Malone – Piccoli Gangster di Alan Parker.
di Daniele Clementi
fotografie di Davide Roberto Bajardo