L’ultima lettera d’amore (qui il trailer) è un film del 2021, diretto da Augustine Frizzel, prodotto da Film Farm e Blueprint Pictures, distribuito da Netflix. Il film, tratto dal romanzo del 2011 di Jojo Moyes, narra di una giornalista che durante delle ricerche di lavoro si imbatte nella corrispondenza amorosa di due giovani, avuta luogo negli anni ’60, e del suo tentativo di riavvicinare i due amanti dopo un iniziale non-lieto fine.
L’ultima lettera d’amore vede tra i protagonisti due tra le attrici più capaci degli ultimi anni, Shailene Woodley e Felicity Jones, che interpretano rispettivamente la ragazza che nel 1965 intrattiene una relazione extra coniugale con un reporter e la giornalista che nei giorni nostri scopre le lettere amorose tra i due. La particolarità di questo film è il suo intreccio, che alterna immagini del passato, evocate dalla giornalista che legge le lettere che i due si sono scambiati, e scene della ricerca portata avanti dalla giornalista.
Un lavoro di ricostruzione che potrebbe ricordare Quarto potere (1941, Orson Welles) e un film che si è ispirato direttamente a quest’ultimo, Loving Vincent (2017, Dorota Kobiela, Hugh Welchman), in cui i protagonisti (nel primo caso si tratta di un giornalista, nel secondo di un postino, rimando all’elemento delle lettere) portano avanti le loro ricerche per scoprire i segreti delle vite degli uomini interessati.
In L’ultima lettera d’amore il lavoro di ricostruzione è reso interessante dal fatto che anche la protagonista della vicenda amorosa per un certo periodo tenta di fare luce sulla sua storia, dato che un incidente le ha portato via la memoria. Perciò le ricerche si svolgono su due linee parallele, in tempi diversi ma con lo stesso risultato. I tentativi di ricordare da parte della protagonista, Jennifer, sono intralciati da suo marito Lawrence che vuole provare a cancellare definitivamente quella vita che sua moglie si stava ricostruendo lontano da lui, ma senza successo.
L’ultima lettera d’amore è un film che merita di essere visto e che non rispetterà minimamente le aspettative che si possono creare leggendo il titolo. Per niente melenso, riesce a catapultare lo spettatore in questa macchina del tempo che ha al proprio centro una storia d’amore molto intrigante. Il film mette in mostra prestazioni attoriali notevoli e da una fotografia precisa, che non cade nella tentazione del “filtro seppia” per evidenziare la distanza temporale delle immagini passate, compito affidato ad un reparto di production design attentissimo fin nei minimi dettagli.