La nuova frontiera del video saggio è la realtà virtuale. Così sembra riuscire a dimostrare il progetto vr di Francois Vautier, una vera esperienza multisensoriale composta da una rielaborazione dei fotogrammi originali del capolavoro di Stanley Kubrick 2001: A Space Odissey.
Vautier ci offre un nuovo monolito tridimensionale composto dai fotogrammi e dal flusso narrativo del film di Kubrick in cui fare un’esperienza nuova e riflessiva sull’origine del tempo ed il senso della nostra esistenza lineare. Insieme alla composizione del monolito troviamo le schede di memoria trasparenti del computer H.A.L.L. 9000 che a loro volta sono oggetti di trascendenza e riflessione fisica e metaforica del concetto di logica temporale e relazione esistenziale fra l’uomo e lo spazio. Il viaggio che siamo invitati a fare è dunque un percorso all’interno di un caleidoscopio di fotogrammi iconici e leggendari che vengono rielaborati dall’artista in una forma del tutto nuova e creativa che pur rispettando la logica estetica del regista trascende dalla funzione originale delle immagini per creare un nuovo percorso visivo e totalmente immersivo.
La trasposizione dell’universo visuale di Kubrick in realtà virtuale operato da Vautier dimostra anche la liquidità e la continua persistenza di valore visivo ed artistico del film del 1968, ancora in grado di trasformarsi in altro senza perdere la sua natura originale e divenire una vera esperienza visiva contemporanea perfettamente integrata nei nuovi linguaggi, un ponte visionario ed incisivo che stabilisce ancora un legame con il passato ed il futuro sia nella sua forza espressiva che nella persistenza estetica, Vautier dimostra l’immortalità dell’opera scomponendola e trasformandola in altro alla ricerca di una definizione coerente con il passato ma pienamente integrata nel presente che sia capace di essere indicativa per il lavoro futuro in realtà virtuale.