Franco Maresco è stato scoperto come videomaker e videoartista insieme al collega Daniele Ciprì da Taormina Arte, all’epoca rassegna diretta dalla nostra Valentina Valentini (oggi docente Sapienza). Poi Enrico Ghezzi e la squadra di Fuori Orario hanno fatto il resto lanciando negli anni ’90 il fenomeno di Cinico TV.
Per molti anni le opere di Ciprì e Maresco, nel loro violentissimo e contrastato bianco e nero hanno lasciato un segno nella storia della satira in televisione e nella videoarte nelle rassegna e nelle mostre internazionali. I primi lungometraggi sono stati da subito considerati capolavori da alcuni e feroci opere disturbanti e disgustose da altri, mostrando la capacità di lasciare un segno indelebile e di far parlare nel panorama cinematografico italiano. Il loro secondo film Totò Che Visse Due Volte è uno dei pochissimi lungometraggi ad essere ancora oggi proibiti nei cinema dalla censura.
Dopo una separazione artistica da Ciprì, Franco Maresco si è dedicato ad un prodotto cinematografico ed audiovisivo unico nel suo genere realizzando film a metà fra il documentario e opera satirica, ma le maschere di Maresco non sono personaggi bensì persone che lui abilmente riesce a scoprire fra le pieghe della periferia palermitana, nei vicoli bui di una cultura popolare e fra le ombre della mafia. Nel 2014 Franco Maresco realizza Belluscone Una Storia Siciliana; il film apre le porte ad un nuovo flusso creativo del regista che unisce l’esperienza satirica dei suoi progetti precedenti con un nuovo impulso documentaristico che ci obbliga a pensare a predecessori come Comizi d’Amore di Pier Paolo Pasolini per la sua originalità compositiva. Quel meraviglioso lavoro del 2014 ci introduce una figura unica che diventerà inevitabilmente centrale: Ciccio Mira, organizzatore di feste di piazza neomelodiche che vanta nella sua carriera anche un arresto e un procedimento penale per associazione mafiosa in corso.
Cinque anni dopo Maresco torna a Venezia con La Mafia Non è Più Quella di Una Volta (trailer) documentario sull’anniversario della morte di Falcone e Borsellino e sulla figura straordinaria della fotografa Letizia Battaglia. Il film si interroga sulla memoria, sul significato della stessa nella periferia palermitana, sulla televisione, la scuola e l’educazione istituzionale e quella della strada. Nonostante le tematiche forti e profonde Maresco sa che per tenere alta l’attenzione dello spettatore bisogna anche giocare e sa pur bene che la mafia va combattuta anche con le risate, denunciandola, mostrandola nella sua nudità e ridendo di essa, per questa ragione riporta in gioco la figura di Ciccio Mira che nel frattempo ha deciso di organizzare un concerto neomelodico allo ZEN di Palermo (una delle zone con la più alta densità di criminalità) dedicandola alle figure di Falcone e Borsellino.
Maresco gira un documentario magnifico, colto, forte ed allegro, si ride per non piangere di fronte ad una verità sulla nostra Italia che non vogliamo o non possiamo sopportare. Ci troviamo spaesati, come alieni a casa nostra guardando sconvolti e divertiti il lato segreto del nostro Paese. Un film prezioso ed educativo, un filmaker che ha tantissimo da dare ed insegnare, e se non possiamo essere orgogliosi di essere italiani guardando le figure che Maresco scopre e racconta, possiamo ritrovare tale orgoglio nel coraggio e nel talento del regista che le denuncia.
La Mafia Non è Più Quella di Una Volta ha vinto il Premio Speciale della Giuria alla 76esima edizione della Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia.