Da ormai molti anni, è risaputo, il settore animato nazionale si trova in difficoltà, non direttamente legate alle capacità creative. Le produzioni animate italiane sono pochissime e questo dipende principalmente dai tempi di lavorazione molto lunghi e dai costi elevati che servono a realizzare un film. Però, quando si riesce a realizzare un lungometraggio entrano in campo altri problemi legati alla distribuzione e ad una serie di pregiudizi che ostacolano ancora di più il successo al botteghino.
Un caso esemplare è il film La famosa invasione degli orsi in Sicilia di Lorenzo Mattotti, costato undici milioni di euro, prodotto (in circa sei anni) grazie ad una collaborazione tre Italia e Francia. Una serie di fattori fanno pensare che il film sia stato venduto in un modo sbagliato.
Anzitutto, l’orario di programmazione assurdo nelle (pochissime) sale in programmazione. Il film è uscito nelle sale italiane – distribuito da BiM Distribuzione – il 7 novembre 2019 in circa 140 sale e gli orari di programmazione andavano dalle 15:00 alle 19:30. In alcune regioni e province il film non è proprio arrivato, oppure è stato presente in un’unica sala di un multisala in un centro commerciale. Volendo prendere in considerazione la Sicilia, regione a cui il film fa in qualche modo riferimento, la pellicola è stata in programmazione in solo dieci sale.
Gli orari di programmazione sono assurdi se confrontiamo il film di Mattotti ad un altro film d’animazione presente in sala lo stesso periodo: La Famiglia Addams (qui la nostra recensione) distribuito da Eagle Pictures SPA, uscito il 31 ottobre e che al 7 novembre era presente in circa 390 sale. Gli orari di programmazione di quest’ultimo film andavano ben oltre le ore 19:30, dato che alcune proiezioni erano programmate anche alle ore 22:00.
Un altro errore è inoltre riscontrabile nelle manovre di marketing e nella pubblicistica legata al film. Nonostante fosse pensato per tutta la famiglia – come recitava il trailer – La famosa invasione degli Orsi in Sicilia è stato considerato esclusivamente per bambini e questo lo si capisce dal modo in cui il film è stato pubblicizzato. Le pubblicità televisive de La famosa invasione degli Orsi in Sicilia venivano trasmesse solo ed esclusivamente sui canali tematici per bambini: come se i bambini avessero dovuto smuovere i genitori per farsi portare al cinema. In questo modo non si tiene conto di una fetta di pubblico composta da semplici appassionati di animazione e da persone di tutte le età che, anche senza avere figli, vanno volentieri al cinema per vedere questo genere di film.
È possibile, infine, fare un confronto con la Francia, paese coproduttore del film, dove il lungometraggio è uscito in sala il 10 ottobre e ha ricavato un incasso complessivo di più di un milione e mezzo di euro (in Italia invece l’incasso complessivo è stato di circa 500 mila euro). Questo è dovuto quasi sicuramente ad un attenzione da parte del pubblico francese maggiore verso questi tipi di prodotti e ad un modo diverso di circolazione del prodotto su suolo francese.
Facendo affidamento a pregiudizi del tipo: un film animato italiano è un film per bambini, i prodotti creati in Italia non avranno mai riconoscimento pari ad altri prodotti provenienti dall’estero. Questo discorso non vuole porgere (qualitativamente) le produzioni animate italiane al di sopra di quelle estere, nemmeno vuole lodare solo ed esclusivamente i prodotti italiani; vuol far sì che i prodotti italiani non siano etichettati da pregiudizi obsoleti e che questi gli impediscono di circolare al pari di quelli esteri.
Quando poi lo stesso prodotto riesce ad incassare circa il triplo in un altro Paese c’è da porsi la domanda: dov’è che stiamo sbagliando?