Se si avesse una macchina del tempo per poter tornare indietro negli anni, molti cinefili ed amanti dei film diventati cult metterebbero nella lista l’anno 2001. Ma perché? Il 2001 è stato l’anno che ha raccolto e lanciato molte pellicole cinematografiche di successo, che hanno rubato il cuore di tanti e molti, come Mulholland Drive, A.I. – Intelligenza artificiale, A Beautiful Mind, Harry Potter e la Pietra Filosofale e, l’indimenticabile, Il Signore degli Anelli – La compagnia dell’Anello, che oggi festeggia il suo ventennale.
Il 19 dicembre di oramai vent’anni fa, nelle sale cinematografiche statunitensi, per la prima volta si potevano conoscere e toccare “con sguardo” i personaggi della chimerica penna di J.R.R Tolkien, scrittore della trilogia Il Signore degli Anelli. Il film, infatti, è tratto dalla prima parte del suo romanzo che, ad oggi, è uno dei più grandi capolavori del fantasy ( ed in particolare dell’high fantasy ) al pari di quelli della Rowling.
Il Signore degli Anelli – La compagnia dell’Anello (trailer), della durata di centosettantotto minuti e diretto da Peter Jackson, non ha una trama molto semplice. Sauron, l’Oscuro Signore della terra di Mordor, ha forgiato 19 anelli da dare alle razze della Terra di Mezzo, non sapendo che quest’ultimo, con l’inganno, aveva creato un Unico Anello in grado di domarli tutti. La storia si sposta così ai festeggiamenti di Bilbo Baggins (Ian Holm), hobbit di Hobbiville, il quale decide di partire per un lungo viaggio e lasciare in eredità tutto al nipote Frodo (Elijah Wood). Quest’ultimo, dopo una serie di eventi, entra in possesso dell’Unico Anello che molto tempo prima aveva trovato lo zio, e sotto la guida di Gandalf il Grigio (Ian McKellen), intraprende un viaggio insieme al suo servitore Sam (Sean Astin) verso la terra di Mordor.
Lo scopo del viaggio è distruggere l’anello desiderato da Sauron che lo aveva perso, ma per fortuna Frodo non sarà solo. Strada facendo incontrerà degli amici, come Pipino (Billy Boyd) e Merry (Dominic Monaghan), e verrà aiutato da Aragorn (Viggo Mortensen), erede al trono di Gondor al quale Gandalf chiederà protezione per Frodo, l’elfo Legolas (Orlando Bloom), il nano Gimli (John Rhys- Davies), e l’umano Boromir (Sean Bean), formando la Compagnia dell’Anello.
Gandalf nel mentre chiederà consigli a Saruman Il Bianco (Christopher Lee), ma verrà tradito ed attaccato dallo stesso perché passato dalla parte di Sauron. Nel frattempo, Frodo farà la conoscenza di Gollum (Andy Serkis), entrato in possesso dell’anello molto prima e consumato da esso e dal suo potere, tanto da diventare una creatura malefica.
Vedendo questa grande e complessa opera cinematografica, è lecito ancora oggi chiedersi o voler sapere quali siano le chicche a riguardo. Si parte dal set, scenografia ed effetti speciali. E’ stata la Weta Workshop a realizzare le sculture, i modellini e le maschere, affiancata dalla Weta Digital, di cui entrambe fondatore è Jackson, che ha realizzato tutti gli effetti speciali del caso. Il lavoro che aveva richiesto più tempo fu quello – ovviamente – per Gollum, realizzato completamente in digitale con il sistema di motion picture, grazie al quale fu registrata ogni percettibile espressione e movimento di Andy Serkis, introdotto poi magistralmente nelle sequenze del film, anche se nel primo sono relativamente poche.
Nella gran parte della pellicola l’uso del digitale è prevalente. Solo il set finale di Amon Hen (colle sulla riva del fiume Anduin, nei pressi delle cascate di Rauros) – dove la Compagnia fa una sosta prima di capire in quale direzione e modalità il viaggio continuerà – non ha usufruito dell’ambientazione digitalizzata, essendo infatti stato costruito tutto in polistirene. Essendo poi l’ambientazione stile medievale – una delle caratteristiche dell’high fantasy – ci sono molte scene in cui si fa uso di spade. Grazie ad un lavoro di ricerca internet, è venuto fuori che Peter Jackson prima che il primo ciack fosse battuto, aveva voluto fortemente che i principali attori si allenassero per la durata di sei settimane nel combattimento con la spada. Mossa saggia, considerata la grande maestria con cui Viggo Mortensen brandisce la sua spada, richiesta espressamente autentica piuttosto che di plastica. Si sa, ogni attore degno d’essere chiamato tale, ha dietro le spalle un duro allenamento.
Ma ora la domanda che tutti – chi più o meno frequentemente – si sono fatti nella vita dopo aver visto Il Signore degli Anelli – La compagnia dell’Anello: ma come fa Ian McKellen ad essere così più alto rispetto a tutti gli altri? Per marcare la differenza di razze (definiamola così) fra Gandalf e gli hobbit (ma è evidente anche fra gli hobbit e gli umani/elfi) è stata egregiamente usata la prospettiva forzata, un metodo che fa uso dell’illusione ottica che rende qualcosa di proporzioni diverse rispetto a quelle che sono realmente. Ed il fascino della maestosità e grandezza di Gandalf è stato servito!
Il primo film – come tutta la trilogia – è anche ricco di molti contenuti e temi importanti. Il modo in cui Sam segue Frodo senza esitare, il suo essergli così devoto nonostante tutto, è il chiaro segno non solo della lealtà di un servitore, ma della fedeltà di un amico. Un amico che non scappa neanche quando il gioco si fa duro e neanche quando potrebbe morire. Perché il bene supera il male, è la prima legge della vita, tanto che Sam si sacrificherebbe per Frodo senza pensarci due volte. Un bene che è al di sopra del potere, perché ad un certo punto Frodo è soggiogato dall’Anello che nel corso del lungo viaggio lo cambia, lo rende meno umano, meno hobbit, ma nonostante tutto non cambia il rapporto che li lega e soprattutto l’affetto che li fa stare insieme. C’è poi un grande esempio di umanità, onestà e dedizione che accompagna tutta la Compagnia nel suo percorso. Tutti per uno ed uno per tutti, come si dice. Perché la forza deriva dallo stare insieme, dall’esserci l’uno per l’altro e tendersi, sempre, la mano.
Proprio per tutte queste caratteristiche (e per molte altre), La Compagnia dell’Anello è stato un lungometraggio in grado di aggiudicarsi ben 4 Oscar su 13 nomination. Ed ora, per celebrare i suoi vent’anni, è d’obbligo tornare nella Contea, nella Terra di Mezzo, nell’inquietante Mordor e ai piedi del bruciante Monte Fato. E’ bene rimboccarsi le mani, prendere una spada, ed unirsi ancora una volta alla Compagnia!