Ian McKellen e Helen Mirren. Una grande coppia di interpreti sullo schermo, perfettamente in sintonia in L’Inganno Perfetto (trailer), elegante thriller di stile hitchcockiano diretto da Bill Condon (La bella e la bestia, Mr, Holmes- Il mistero del caso irrisolto, Demoni e dei, The Twilight Saga: Breaking Dawn – Parte 1 e 2). Presentato alla 37a edizione del Torino Film Festival, il titolo originale è The Good Liar, letteralmente “il bravo bugiardo” ed è l’adattamento del romanzo omonimo di Nicholas Searle.
Roy (Ian McKellen) e Betty (Helen Mirren) si conoscono su internet e decidono di incontrarsi e iniziare a frequentarsi, confidandosi di aver reciprocamente mentito sulla propria identità; ma le bugie non sembrano terminare qui. I titoli di testa trasmettono da subito l’idea dello spettacolo insidioso a cui si sta per assistere: un gioco di bugie e inganni, basato sulla seduzione e l’esibizione di un falso sé.
Il montaggio alterna le scritte e scene disgiunte di un uomo e una donna anziani che chattano dalla tastiera del proprio computer; dettagli che esaltano la dissonanza tra ciò che scrivono e le loro reali azioni; una colonna sonora che comunica un’atmosfera di mistero. Con poco Condon riesce a suggerire come sotto mentite spoglie questa conversazione via chat sia piuttosto una partita a scacchi giocata segretamente e con astuzia dai due partecipanti. Ma qual è l’entità e il peso di ciò che nascondono? Questa è la vera domanda, la cui risposta arriverà molto tardivamente, perché è un film che si trascina dietro con sé tutti questi dubbi per rivelarli solo nel finale, dopo aver portato avanti un diligente ed efficace lavoro di suspense.
La partita di Condon è infatti con lo spettatore: gli insinua sospetti, gli lascia scorgere degli indizi, lo tiene in trepidazione e nel momento in cui tutto sta per venir fuori mozza la rivelazione e il gioco ricomincia. Sotterfugi, parole sussurrate segretamente. Quando tutto si sta per svelare e si è al massimo della curiosità blocca nuovamente. L’Inganno Perfetto è un film che gioca sapientemente con la suspense e mantiene costante l’emozione di fremente attesa. Tuttavia è proprio nei colpi di scena finali che si avvertono delle lievi stonature, probabile frutto di alcune forzature narrative che sembrano quasi volte ad elevare il film dall’appartenenza al genere thriller, una sorta di pretenziosità intellettuale che vuole nobilitare la storia attingendo a problematiche storiche delicate. Al di là di questa sensazione di macchinosità, le restanti componenti stilistiche e drammaturgiche sono ben calibrate.
Il film fa riflettere sulla natura machiavellica dell’essere umano, un’indole che in alcuni individui si tramuta in un egoismo perfino mefistofelico. Qui nessuno è ciò che sembra, lo si capisce immediatamente, ma le ragioni che muovono l’operato dei personaggi sono l’enigma da cui dipende il nostro giudizio morale su di loro e queste motivazioni sembrano inaccessibili per quasi tutto il film. Anche se sceneggiatura e regia hanno un loro peso significativo, il vero fulcro de L’Inganno Perfetto può essere individuato nel magnetismo dei due attori protagonisti, una coppia di veterani del cinema che fa scintille e si distingue per una classe e intensità magistrale, con una recitazione delicata e composta.
Al centro non solo il mistero ma anche la senilità e il confronto con il passato e le scelte compiute, il peso degli errori perpetrati, la capacità di ammettere o meno le proprie colpe, il perdono e la fiducia nelle nuove generazioni. Uno sguardo al futuro dopo una lunghissima notte di tenebre.