Invincible, la recensione della prima stagione su Amazon Prime Video

Invincible

Si può ancora essere originali parlando di supereroi? Nel corso della loro storia, le case editrici di fumetti, prime fra tutte Marvel e DC, hanno proposto ogni tipo di vicenda e personaggio possibili, adattandosi di volta in volta a un pubblico di lettori in continuo mutamento. Dopo più di settant’anni di storia, sembra difficile riuscire a proporre qualcosa di veramente originale. Con scarso successo gli editori hanno tentato di ovviare al problema proponendo reboot su reboot dei loro universi narrativi. Eppure, nonostante tutto, col suo Invincible (trailer), Robert Kirkman è riuscito a dare vita a una storia fresca e originale, decidendo di partire dal più canonico degli incipit possibili: una origin story.

Mark Grayson è un adolescente come tanti altri, appassionato di fumetti, con esami da superare e prime cotte da metabolizzare. La sua vita, però, ruota attorno a un enorme segreto: suo padre Nolan è, in realtà, Omni-Man, il supereroe più potente della Terra, nonché extraterrestre proveniente dal pianeta Viltrum. Non è un caso che il primo volume della serie fumettistica porti il titolo Questioni di famiglia: Nolan, infatti, è perfetto agli occhi del figlio, sempre affettuoso e presente, nonché leader dei Guardiani del Globo, un gruppo di supereroi impegnati a difendere la razza umana da ogni pericolo. È un modello difficile da eguagliare, soprattutto quando, all’età di diciassette anni, i poteri di Mark iniziano a manifestarsi.

Mentre seguiamo il protagonista nelle sue prime avventure supereroistiche, un grosso colpo di scena, alla fine del primo episodio, rimescola subito le carte, in perfetto stile Kirkman, suscitando la curiosità degli spettatori e portando la narrazione ad assumere un ritmo sempre più serrato. Un misterioso complotto si delinea sullo sfondo, coinvolgendo un’organizzazione governativa segreta e vari gruppi di supereroi, tutto questo mentre Mark tenta disperatamente di far convivere le sue nuove responsabilità in quanto Invincible con le difficoltà che ogni adolescente deve affrontare.

Invincible

Per quanto riguarda il comparto tecnico, è fortemente consigliata la visione in lingua originale: tra i doppiatori spiccano fin da subito J.K. Simmons (Omni-Man) e Steven Yeun (Invincible), circondati da molti altri nomi di spicco, da Sandra Oh a Seth Rogen, da Gillian Jacobs a Zazie Beetz, fino ad arrivare a Mark Hamill, che nel campo ricordiamo in particolare per aver prestato la voce al Joker della serie animata Batman. Una scelta produttiva molto ambiziosa, come lo è stata l’idea di prediligere un minutaggio per episodio più tipico delle serie tv live action, attorno ai 45 minuti a puntata.

La mancanza di budget che inevitabilmente ne consegue, tuttavia, risente in particolare il livello tecnico: se le scene d’azione, infatti, rendono bene sia il dinamismo che le esplosioni di violenza tipiche dello stile di Kirkman, è evidente la minore attenzione dedicata alle scene di vita quotidiana, dai fondali minimalisti che stridono quasi sempre con i personaggi principali, i quali del resto presentano una molto limitata gamma di espressioni facciali. A questo problema riesce a sopperire il coinvolgimento dato dalla narrazione, ma la qualità delle animazioni resta comunque altalenante per tutta la durata della serie.

In definitiva, Invincible è perfetta per chi non ha mai letto il fumetto ed è alla ricerca di un prodotto supereroistico che risulti familiare, ma allo stesso tempo diverso dal solito. In più interviste, inoltre, Robert Kirkman e lo showrunner, Simon Racioppa, hanno assicurato che la serie presenterà importanti differenze rispetto al fumetto, in modo da permettere anche a chi conosce l’opera cartacea di seguire Invincible con lo stesso entusiasmo suscitato dalla lettura del fumetto. L’unico consiglio è di non pensare di aver inquadrato il prodotto dopo i primi episodi, perché molti colpi di scena vi attendono prima che si arrivi al finale.

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