Lunedì pomeriggio è stato dato il via alla retrospettiva dedicata a Tariq Teguia. La Mostra del Nuovo Cinema di Pesaro proietta quest’anno tutta la filmografia del regista algerino, definito da Pedro Armocida «cineasta del Mediterraneo». La sua produzione racconta il Paese d’origine, le difficoltà che vive, tematizzandole e rendendole accessibili a livello sovranazionale.
Fin dai sui primi cortometraggi (Ferrailles d’attente – 1998 e La clôture – 2003) è lo spazio a farsi protagonista: come nel suo film d’esordio Rome Rather Than You (2006), ricorrono lunghe inquadrature dall’interno di un’ automobile, sguardi su strade da percorrere, paesaggi desolati e sentieri per fuggire. Si contrappongono a queste riprese le immagini statiche che il regista dedica ai personaggi, costretti in complesse condizioni sociali e politiche. «Rome Rather Than You vuole ritrarre una guerra civile non dichiarata, quella tra algerini e la religione islamica», ha dichiarato Teguia introducendo la pellicola al pubblico in sala. «Ho deciso di dare una “visione di schiena” dell’Algeria, di mostrare qualcosa che solitamente non si vede al cinema».
Poco prima della proiezione lo abbiamo intervistato e dalle sue parole è emerso come il fulcro di tutto il suo lavoro sia la necessità di descrivere la geografia della propria terra natale.
È proseguito quindi oggi pomeriggio l’omaggio al cineasta, con la proiezione al Teatro Sperimentale di Gabbla/Inland (2008). Il regista ha presentato il film, sottolineando come i temi principali siano l’Islamismo, l’Algeria degli anni ’90 e la tensione dei protagonisti verso l’Europa: «In Algeria la guerra civile è stata lenta, e il film – ambientato dopo la sua fine – cerca di darle una risposta, tenta di tracciare una cartografia». Teguia ha proseguito esortando gli spettatori a prestare attenzione alle linee presenti nel film, che siano esse di fuga o di desiderio, e a non perdere la pazienza, Gabbla impiega del tempo a spiegare le ali, ma alla fine riesce nell’impresa. Mi scuso per l’inizio e la fine del film che sono danneggiati. Non è responsabilità del Festival ma esclusivamente mia, ma credo che il 35 mm sia il supporto che rende maggiormente giustizia a questo film nel conservare la grana dell’immagine», ha concluso il regista.
Nei prossimi giorni sarà possibile vedere la restante produzione di Teguia, che saluterà il pubblico pesarese sabato, proponendo non un proprio film, ma Storia di ordinaria follia (1981) di Marco Ferreri, scelto dal regista, considerandola fonte d’ispirazione per il suo cinema.
Livia Galtieri e Gianluca Badii