Da novembre è in libreria 007 – Operazione suono, di Michelangelo Iossa. Il volume indaga sulle colonne sonore della saga cinematografica di James Bond, arricchito da una prefazione di Monty Norman, autore del tema musicale principale, utilizzato in tutti i film della serie.
Da cosa nasce questa tua passione per il mondo 007?
Lo racconto nell’appendice del libro. Nell’agosto ’82 vidi con mio padre una retrospettiva dei primi film di James Bond interpretati da Sean Connery in un cinema napoletano. Avevo 8 anni e, a ben pensarci, forse non sapevo nemmeno cosa fosse un agente segreto: fu mio padre a spiegarmi chi fossero 007 e Ian Fleming, cosa fosse lo spionaggio. Rimasi folgorato da quelle pellicole, al punto da voler seguire le avventure di Bond negli anni. Quando, a 19 anni, ho mosso i primi passi da giornalista ho cominciato a scrivere anche di 007 con piacere ogni volta che ne ho avuto occasione. Come ho fatto con i Beatles, ho unito passione e professione, analisi giornalistica e documentativa. (Iossa ha scritto ben sei libri sul quartetto di Liverpool, nda).
E il progetto di questo volume come è nato?
Nel 2014, con il collettivo musicale del James Bond Concert Show ho curato un progetto sulle musiche dei film di 007, pubblicato da Veradeis Edizioni e intitolato Forever Bond. L’idea originaria del libro, il primo seme risale al 1995, all’indomani dell’uscita del primo film con Pierce Brosnan, Golden Eye. La canzone-tema omonima era interpretata da Tina Turner e scritta da Bono e The Edge degli U2: da quel momento iniziai a raccogliere una specifica documentazione e una ampia discografia relativa alle colonne sonore e alle canzoni originali dei film della saga bondiana. Mi resi conto, nel corso degli anni, che non esisteva un’analisi delle colonne sonore della serie di Bond, a mio avviso centrali nella storia del franchise. Quella di 007, oltre a essere la saga più lunga della storia del cinema, è anche quella più redditizia in assoluto e l’unica che vanta una canzone originale che apre ogni film della serie, stabilmente a partire da Goldfinger del 1964 ad oggi.
Il libro si avvale dell’affettuosa prefazione di Monty Norman, compositore del tema originario usato nei primi film, il James Bond Theme. Come sei entrato in contatto con lui?
Quando ho iniziato a scrivere il libro (la stesura è durata circa due anni), mi è venuta l’ovvia idea di interpellare i compositori delle colonne sonore della saga, per fare loro delle interviste. Alcuni, come il grande David Arnold, mi hanno risposto, incoraggiato e ringraziato, ma – per via dei loro impegni – non mi è stato possibile ricevere loro specifici contributi, nonostante mi abbiano fornito materiale e interviste utilissime alla stesura del libro. Ho pensato, naturalmente, anche di inviare un messaggio a Monty Norman, che ha firmato il leggendario James Bond Theme, firma musicale di tutte le pellicole di 007: dubitavo fortemente che il maestro Norman, ultranovantenne, avesse potuto rispondermi. Invece, con mia grande sorpresa, non solo mi ha risposto ma si è reso anche disponibile a scrivere una prefazione per il mio libro (un’idea tutta sua!). E’ stata una gioia immensa per me, come puoi immaginare. Inoltre mi ha spedito alcune foto delle partiture originarie da lui realizzate per i film di 007, che ho naturalmente incluso nel mio libro.
La saga di Bond ha dei brani per ogni film (unico caso al mondo per una serie cinematografica). Qual è la tua preferita?
Ce ne sono parecchie. A partire da quella di Goldfinger, cantata da Shirley Bassey, oppure We Have All the Time in the World, interpretata dal Re del Jazz Louis Armstrong, passando per Live and Let Die di Paul McCartney o Skyfall di Adele. Ogni brano della saga aggiunge un tassello al grande mosaico bondiano, ma allo stesso tempo rimanda a qualcosa di preesistente, cita o fa i conti con la popolarità dei predecessori. È avvenuto con Licence to Kill di Gladys Knight o con GoldenEye di Tina Turner, fino a No Time to Die di Bille Eilish.
Stai pensando a una traduzione in inglese del libro?
Con Rogiosi Editore, che ha pubblicato il volume, stiamo ragionando su questa ipotesi. Anche perché il libro è molto richiesto all’estero, soprattutto da collezionisti e Bondfan stranieri (Brasile, Paesi Bassi, Germania, Regno Unito, Repubblica Ceca, Russia, Francia). Inoltre, all’interno del volume, c’è un’anticipazione esclusiva, per quanto “cartacea”, di ogni aspetto musicale del film No Time To Die, il nuovo capitolo della saga, purtroppo ancora non distribuito a causa della pandemia.
Hai mai conosciuto uno degli attori che hanno impersonato Bond?
No. Ho sfiorato Pierce Brosnan, che era impegnato a Sorrento mentre stava girando il film All You Need Is Love. Ho intervistato uno dei ‘cattivi’ dei film di 007, il grande attore Jonathan Pryce, e ho avuto un rapporto epistolare con Roger Moore, poco prima della sua scomparsa, e quando l’idea del libro ancora non era stata sviluppata.
Quanto ha cambiato la musica degli 007 quella dei film d’azione?
Ha completamente reinventato i soundscapes, i paesaggi sonori del cinema d’azione e delle spy story, in modo determinante. Monty Norman e John Barry lo hanno fatto per Bond – e, più in generale, per lo spionaggio cinematografico – così come Ennio Morricone lo ha fatto per i western di Sergio Leone, Bernard Herrmann per Alfred Hitchcock, Nino Rota per Federico Fellini e John Williams per le pellicole di Steven Spielberg. Grazie a questi inventori di paesaggi sonori, la musica diventa un’anticipazione dell’evento/film o delle storie raccontate all’interno di una scena.
Ti dedicherai ad altri libri su Bond in futuro?
Intanto mi godo questo mio 007 Operazione Suono, sono curioso di vedere che percorso avrà e come sarà accolto; nel frattempo medito sulla sua traduzione in inglese, anche se James Bond – lo sappiamo – è amato in ogni parte del mondo, dalle Americhe al Giappone. Un Bond non basta!