“Io sono la tua donna e tu sei il mio uomo.” Con queste parole il personaggio di Jessie si congeda da suo marito Frank in una delle ultime scene del film Strade violente (1981), primo lungometraggio diretto da Michael Mann. Ed è proprio a queste parole che fa riferimento il titolo della quarta pellicola di Julia Hart. Scritto a quattro mani dalla regista e da suo marito, Jordan Horowitz (già produttore di film del calibro di La La Land), I’m Your Woman (trailer) intende innanzitutto omaggiare i grandi thriller degli anni ‘70, ma nel farlo vuole fornirci un punto di vista del tutto inedito: quello della moglie del boss criminale.
Protagonista della pellicola è Jean (Rachel Brosnahan), casalinga sola e annoiata, la cui vita procede monotona fino al giorno in cui suo marito Eddie (Bill Heck) torna a casa con un neonato tra le braccia. I due non possono avere bambini, così l’uomo pensa bene di procurarsene uno illegalmente e di consegnarlo a sua moglie quasi fosse un regalo. Ben presto, tuttavia, questo gesto si rivela essere solo la punta dell’iceberg dei tanti crimini commessi da Eddie. Svegliata nel cuore della notte da un collaboratore del marito, Jean scopre che l’uomo ha tradito il boss per cui lavorava ed è perciò costretta a scappare insieme al bambino; la loro sicurezza viene affidata a Cal (Arinzé Kene), uno sconosciuto che sembra però condividere un misterioso passato proprio con Eddie.
Rachel Brosnahan sveste elegantemente i panni della vivace e ciarliera signora Maisel per indossare enormi occhiali da sole e sgargianti abiti anni ‘70. Il personaggio che interpreta, Jean, sembra quasi scritto apposta per essere l’esatto opposto di Midge Maisel: chiusa per anni in una gabbia dorata, senza nessuna preoccupazione al mondo, la donna si trova costretta in poco tempo a prendere in mano la sua vita. E l’America degli anni ‘70 tratteggiata da Julia Hart non è sicuramente un posto facile in cui vivere: Cal è un uomo afroamericano che viaggia assieme a un’apparentemente rispettabile donna bianca e suo figlio, insospettendo fin da subito la polizia; il piccolo Harry (così viene chiamato il neonato rapito da Eddie) ha bisogno di qualcuno che si prenda cura di lui, portando Jean ad apprendere piuttosto in fretta cosa voglia dire essere madre.
Ad accompagnare lo straordinario viaggio di Jean in fuga dai creditori del marito troviamo due interpreti particolarmente degni di nota: il già menzionato Arinzé Kene e soprattutto Marsha Stephanie Blake (già conosciuta per il ruolo di Linda McCray nella miniserie Netflix When They See Us), impeccabile nel ruolo di Teri, la moglie di Cal, personaggio che si contrappone a quello di Jean a causa della fermezza e della determinazione dimostrate nel corso della pellicola, quasi a rappresentare tutto quello che la protagonista potrebbe essere se solo riuscisse a liberarsi del fantasma di Eddie.
In definitiva, il ritmo della pellicola potrà forse deludere lo spettatore in cerca di un thriller ricco d’azione: il film è in realtà molto lento, funzionale allo sviluppo della protagonista. Sono poche le scene action presenti, declinate, di volta in volta, a chiudere un capitolo della storia di Jean per aprirne un altro. Perché il proposito di I’m Your Woman è, in fondo, proprio questo: mostrarci il viaggio interiore di una donna alla ricerca di sé stessa.