Con ogni probabilità, il primo film dedicato alla figura di San Francesco di Paola è il mediometraggio Il viandante di Dio, girato nel 1950 per la regia di Nino Tonietti, con l’attore Franco Pesce nei panni del santo patrono della Calabria. Proiettata solo occasionalmente all’epoca nel circuito religioso e – ovviamente – in qualche sporadica occasione a Paola, la cittadina calabrese che ha dato i natali al santo (e allo scrivente), di questa pellicola se ne erano perse le tracce e la memoria. Ora, dopo una lunga e affascinante ricerca torna alla luce grazie alla scoperta di una copia in 16mm, depositata alla Cineteca del Friuli. La produzione è della Social Film e nei titoli di testa si legge oltretutto “I marinai d’Italia hanno voluto realizzare questo film per esaltare il taumaturgo calabrese, proclamato patrono della gente di mare italiana”.
A proposito della scoperta dell’esistenza del film (non della copia) colui che scrive preferisce lasciare la parola a Alfonso Perrotta, militante politico e autore di libri:
“La ricerca è partita da un flebile ricordo, da appena un paio di immagini rimaste nella memoria per quasi sessant’anni. Era il 2009, ed era appena uscito il film su San Francesco di Fabio Marra con Giuseppe Zeno. Chiacchierando con mio fratello Paolo e Renato Guida ci chiedevano quali altri film fossero stati prodotti sulla vita del Santo. Mi ricordai che, quando ero molto piccolo, forse cinque/sei anni, ne avevo visto uno negli anni Cinquanta al Cinema Cilea, la vecchia sala del paese, purtroppo demolita. Non ricordavo né il titolo né i nomi degli attori, ma avevo in mente appena un’inquadratura sfocata della figura in bianco e nero di San Francesco e la sua barba. Incominciammo la ricerca. Consultammo internet ma anche cineteche, ci rivolgemmo a Cinecittà e alla Bnl, furono interpellati i Padri Minimi, ma niente. Alla fine, dopo alcuni anni, è stato Renato con la sua costanza e come un segugio a trovare una traccia su un libro dove San Francesco veniva indicato come Il viandante di Dio. Fu una illuminazione. Il film poteva chiamarsi proprio così, pensò. Scrisse alla Siae e l’intuizione si confermò giusta e riuscì ad avere la locandina del film e il nullaosta della Presidenza del Consiglio. Finalmente non solo si avevano prove concrete dell’esistenza del film, del titolo, ma anche il nome del regista, dell’attore, dello sceneggiatore, della produzione. Ora era più facile continuare la ricerca e sarebbe stato possibile rintracciarne anche una copia, ma non fu per niente semplice. Renato interpellò il figlio dell’attore, Franco Pesce, che interpretava San Francesco ma non sapeva nulla di questo film, essendo il padre più conosciuto come caratterista di molti film e negli ultimi anni come il vecchietto degli spaghetti western. Rintracciò il figlio del Maestro Sergio Lauricella, il compositore della colonna sonora, che pur conservando le partiture di tutte le composizioni del padre non conosceva questa sua opera. La casa di produzione non esisteva più. Passarono ancora alcuni anni. Vennero fatti appelli per sapere se qualcuno avesse notizie. Non demordendo e continuando a navigare su internet alla fine eccola, una copia è stata rintracciata da Gianmarco Cilento alla Cineteca del Friuli. Che nel 1950 si pensasse a fare un film su San Francesco, mi sembra una grande cosa e comunque fa parte della filmografia sul Santo. Anche le storie dei personaggi coinvolti sono interessanti: da Tonietti a Pesce, da Lauricella a Angelo Flavio Guidi”.
Come molti corti e mediometraggi del periodo è un apologo religioso e puramente descrittivo sulla vita del Patrono della Calabria, scomparso nella cittadina francese di Tour nel 1507, a 91 anni. La pellicola riporta ovviamente i momenti biografici – leggendari e non – più importanti della vita del santo calabrese, dai miracoli (come quello dell’agnellino Martinello) alla visita alla corte del Re di Francia. Minimale anche nella recitazione, il film va preso in considerazione semplicemente come documento storico e religioso. Oltre che a regalarci qualche scorcio della parabola esistenziale del santo, Il viandante di Dio è interessante anche nel restituirci alcune riprese esterne della Paola del dopoguerra, forse le prime immagini cinematografiche in assoluto girate in paese. L’ augurio, ora che è stato ritrovato, è che possa essere acquisito e riproposto al pubblico e che possa suscitare nuovi dibattiti, nuovi confronti e nuovo interesse.