Il ministero della guerra sporca, la recensione del film su Prime Video

Il ministero della guerra sporca

Militari clandestini, nazisti e missioni segrete: se avete pensato a Bastardi senza gloria è perché probabilmente siete troppo ottimisti. Qui non c’è spazio per personaggi profondi, dialoghi brillanti e soluzioni sottili di sceneggiatura. Qui parliamo del nuovo film di Guy Ritchie Il ministero della guerra sporca (trailer) disponibile su Prime Video.

Tratto da una storia realmente accaduta (quella dell’operazione Postmaster), il film mostra come un gruppo di agenti segreti clandestini, per ordine del primo ministro Churchill, riuscirono ad impedire il rifornimento dei sommergibili tedeschi nell’Atlantico, attraverso un piano folle e azioni di spionaggio ai limiti dell’inverosimile. Con un soggetto del genere, una storia vera incredibile, cosa può andare storto? Ci si sono messi di impegno e hanno tirato fuori una delle sceneggiature più blande e scopiazzate di tutti i tempi. Pieno zeppo di lunghissime scene d’azione surreali tutte similissime fra di loro, più che un film di guerra, Il ministero della guerra sporca sembra un fantasy supereroistico. Pur rinunciano alla verosimiglianza però, non sono riusciti a scrivere qualcosa di fresco o originale.

Tutto è ridotto a una retorica di bene contro male, resistenza contro impero: non a caso i soldati nazisti cadono come mosche e hanno la stessa mira degli Stormtrooper. Le situazioni inventate per narrare la storia realmente accaduta sono un mix di cliché provenienti da diversi film d’azione o di guerra. La piattezza degli avvenimenti fa maliziosamente chiedere se abbiano scritto la sceneggiatura con ChatGPT.

il ministero della guerra sporca

Ogni personaggio potrebbe sostituire le proprie battute con quelle di un altro: a nessuno hanno concesso una vera e propria personalità. Gli attori che li interpretano, tutti rigorosamente bellissimi, non potrebbero essere scambiati per dei veri marinai clandestini nemmeno al buio. Ogni volta che Henry Cavill appare sullo schermo è impossibile non pensare ai regimi di diete e allenamenti a cui è costantemente sottoposto per mantenere quella forma fisica. La messicana Eiza González interpreta la realmente esistita Marjorie Stewart (attrice inglese di origini Yiddish arruolata dai servizi segreti britannici). La polemica riguardo la verosimiglianza (quella che spunterebbe fuori se fosse un live-action Disney), in questo caso non ha senso, ma solo perché il film è inverosimile per altri mille motivi. Resta il fatto che tutti questi attori bellissimi hanno una singola espressione ciascuno, scolpita per tutto il film.

Tra gli aspetti più tristi de Il ministero della guerra sporca c’è proprio la scelta delle inquadrature. Sono ormai finiti i tempi in cui Guy Ritchie utilizzava un linguaggio innovativo: più che suo, il film sembra di Prime Video. È simile ad altri cento prodotti originali della piattaforma: la firma cinematografica di Jeff Bezos è la macchina mai ferma su cavalletto, sempre a spalla in movimento (strategia per conquistare pochi minuti di attenzione in più dagli spettatori). Forse che, tramite il monopolio delle piattaforme streaming, stiamo tornando a un modello di cinema in cui le case di produzione dettano uno stile riconoscibile nei loro prodotti come avveniva negli anni ’30 e ’40 in America?

In virtù del fatto che non avete bisogno di aver visto il film per sapere come andrà a finire, potete sapere da subito che, a un certo punto della storia, gli sceneggiatori hanno scimmiottato totalmente, nel più pigro dei modi, una scena spettacolare di Bastardi senza gloria: quella dove l’ufficiale nazista si accorge di essere al tavolo con delle spie britanniche per via di un gesto fatto con la mano. Vi gusterete il momento notando tutto ciò che dall’originale virtuoso è stato copiato con mediocrità. Peccato! Perché in passato Guy Ritchie era riuscito a ispirarsi a Tarantino con grande successo: come avvenne con gli splendidi Lock & Stock e Snatch.

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